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Campi Flegrei, maxi-piano da 1,4 miliardi: via alla messa in sicurezza tra ricostruzione e prevenzione

La Banca europea per gli investimenti finanzia il più grande intervento strutturale nell’area flegrea: fondi per edifici pubblici e privati tra Napoli, Pozzuoli e Bacoli. L’obiettivo: ridurre il rischio sismico e ripensare il territorio secondo il principio build back better entro il 2032.
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La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha dato il via libera a un finanziamento fino a 1,4 miliardi di euro a favore dell’Italia per sostenere la ricostruzione e la messa in sicurezza degli edifici nell’area dei Campi Flegrei, territorio interessato da ripetuti eventi sismici e fenomeni bradisismici dal maggio 2024.

L’annuncio è arrivato dal ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci e dalla vicepresidente della Bei, Gelsomina Vigliotti, che hanno confermato la firma del Contratto di Progetto.

La prima tranche dell’accordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze – relativa ai finanziamenti 2025-2026 e parte del 2027 – sarà sottoscritta entro fine anno. Il prestito è strutturato come quadro di intervento pluriennale e sarà articolato in due programmi distinti: uno destinato alle abitazioni private e uno al patrimonio pubblico.

Nel dettaglio:
fino a 550 milioni di euro saranno dedicati alla ricostruzione e alla riduzione del rischio sismico degli edifici residenziali;
fino a 850 milioni di euro finanzieranno il ripristino e la messa in sicurezza di edifici pubblici e infrastrutture nei Comuni di Napoli, Pozzuoli e Bacoli.

La regia degli interventi è condivisa:

Dipartimento Casa Italia per il supporto al patrimonio abitativo,
Dipartimento della Protezione Civile per la pianificazione del rischio sismico e vulcanico,
Commissario straordinario per i Campi Flegrei per edilizia pubblica e infrastrutture.

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I lavori, la cui conclusione è prevista entro il 2032, puntano non solo a riparare i danni provocati dagli ultimi movimenti tellurici — incluso il sisma di magnitudo 4,6 registrato il 30 giugno 2025 — ma anche a rafforzare la resilienza complessiva del territorio, adottando standard internazionali di ricostruzione migliorativa (build back better).

Un modello per altre aree fragili

Secondo la Bei, l’operazione non si limita a una risposta all’emergenza: rappresenta un investimento strutturale nella gestione del rischio sismico e nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Il finanziamento consentirà inoltre di ridurre i costi complessivi a carico dello Stato e di attrarre ulteriori risorse, delineando un possibile modello replicabile in altre zone del Paese caratterizzate da fragilità geologica.

Negli anni recenti, la Bei ha già sostenuto la ricostruzione post-sisma:
4,75 miliardi per le aree colpite dai terremoti del Centro Italia (2016-2017);
1 miliardo per la ricostruzione di Ischia dopo il sisma del 2017 e la frana del 2022.

«La firma di questo accordo è un passo fondamentale per la sicurezza dei cittadini e conferma l’attenzione del Governo per l’area flegrea», ha affermato Musumeci.
«La Bei sostiene l’Italia nel rafforzare la prevenzione e l’adattamento climatico, andando oltre la semplice riparazione dei danni», ha aggiunto Vigliotti.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 5 Novembre 2025 - 22:04 - Rosaria Federico

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