Attimi di terrore questa mattina davanti all’Istituto tecnico industriale Alessandro Volta di piazza Santa Maria della Fede, nel cuore di Napoli. Poco prima dell’ingresso in classe un 18enne è stato colpito alla testa con un martello da un coetaneo, suo ex compagno di banco fino allo scorso anno.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri della compagnia Napoli Stella, l’aggressore – un ragazzo di 17 anni – avrebbe atteso la vittima davanti ai cancelli dell’istituto, colpendola con violenza.
L’allarme è scattato immediatamente: i militari hanno avviato le ricerche rintracciando il giovane prima nei pressi della stazione ferroviaria, poi nella sua abitazione, dove nel frattempo era rientrato. Nello zaino del minorenne è stato trovato e sequestrato il martello utilizzato per l’aggressione.
Il ragazzo è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, su disposizione della Procura per i minorenni di Napoli, e trasferito al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. La vittima, ferita al capo, è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Pellegrini in codice giallo: le sue condizioni non sarebbero gravi, ma le ferite riportate hanno richiesto immediate cure mediche.
Un nuovo allarme sulla violenza giovanile
L’episodio ha destato forte preoccupazione tra studenti, insegnanti e famiglie.Potrebbe interessarti
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Coltelli, bastoni, e adesso persino martelli: episodi del genere raccontano un disagio profondo, che esplode in gesti estremi anche tra ragazzi giovanissimi. La scuola, che dovrebbe essere un luogo di crescita e confronto, diventa teatro di regolamenti di conti e atti di sopraffazione.
Educatori e psicologi sottolineano come dietro queste esplosioni di violenza possano nascondersi solitudine, rabbia repressa, difficoltà familiari e la ricerca di un riconoscimento attraverso la paura e la sopraffazione. Un terreno fertile che rischia di trasformare diverbi o vecchie ruggini in aggressioni brutali.
Il caso di piazza Santa Maria della Fede mette in evidenza l’urgenza di interventi mirati: da un lato il rafforzamento dei controlli e della sicurezza negli istituti, dall’altro la necessità di percorsi educativi capaci di intercettare il disagio e offrire ai ragazzi strumenti alternativi per affrontare i conflitti.
Perché, come dimostra la vicenda di oggi, basta poco – un litigio mai sopito, un gesto impulsivo – per trasformare una mattina di scuola in un dramma che segna per sempre la vita di due famiglie e di un’intera comunità scolastica.






Commenti (1)
L’episodio e’ preoccupante e fa riflettere su quanto sia importante la educazione tra i giovani. Spero che si prenda coscienza di questo problema, perche’ ogni volta che succede un episodio cosi’ violento, ci si deve chiedere cosa non va.