Nella foto i taxi alla Stazione centrale di Napoli
Napoli– Una città paralizzata, una mobilità al collasso e una categoria, quella dei tassisti, che si sente ignorata e denigrata. È questa la dura accusa mossa dall'Associazione Tassisti di Base di Napoli, che ha diffuso un comunicato stampa per denunciare le gravi lacune nella gestione del trasporto pubblico non di linea e l'indifferenza dell'amministrazione comunale.
La nota, pubblicata oggi, domenica 7 settembre 2025, punta il dito contro le scelte politiche che, a detta dei tassisti, starebbero sacrificando le esigenze quotidiane dei cittadini in favore dei "grandi eventi" e degli "interessi dei grandi imprenditori".
Il fulcro della protesta è la totale assenza di una programmazione efficace del settore. "Manca programmazione del trasporto pubblico non di linea", tuona l'associazione, sottolineando come le richieste di incontro inviate al sindaco Manfredi e all'assessore ai Trasporti Edoardo Cosenza siano rimaste finora senza risposta.
I tassisti puntano il dito contro una serie di criticità che rendono il loro lavoro sempre più difficile e il servizio per i cittadini inefficiente:
Cantieri infiniti: Lavori pubblici che si protraggono ben oltre i tempi previsti, paralizzando intere aree della città.
Eventi e stalli soppressi: L'organizzazione di grandi eventi, come quelli in Piazza del Plebiscito, comporta la soppressione degli stalli di sosta per i taxi. Questo avviene nonostante un verbale firmato in Prefettura il 13 giugno 2024 avesse stabilito che questi stalli dovessero rimanere operativi per garantire il servizio pubblico.
La nota va oltre la semplice lamentela sui disservizi e muove una critica politica più profonda. A giudizio dei tassisti, l'amministrazione cittadina sarebbe "distante dal ceto medio" e troppo vicina a "interessi dei grandi imprenditori".
Un'accusa pesante, che rimanda al dibattito sulla gestione della città e sulle priorità dell'agenda politica. "Chiediamo più servizi per i cittadini e meno politica imprenditoriale", conclude il comunicato, ribadendo la necessità di un cambio di rotta che metta al centro i bisogni della collettività.