Si chiama Giuseppe Ruggiero ed ha 26 anni, originario del Rione Traiano e con problemi di tossicodipendenza il rapinatore arrestato e autore della clamoroso e spettacolare colpo all’Hotel Excelsior di Napoli.
Il suo complice è in fuga così come il costoso orologio Audemars Piguet in oro del valore di 80mila euro rapinato a un turista marocchino in procinto di partire verso l’aeroporto. Ma la caccia è estesa anche ai mandanti del colpo ed altri eventuali complici.
La notizia della clamorosa rapina ha fatto il giro del mondo perché portata a segno nel cuore della Napoli turistica e in uno degli alberghi esclusivi della città.
Il rapinatore è stato arrestato già nel pomeriggio di martedì a casa di una parente dove gli uomini della Squadra Mobile di Napoli che conducono le indagini, hanno ritrovato anche lo scooter utilizzato per il colpo.
Ruggiero e il complice mentre scappavano hanno compiuto anche una seconda rapina in un supermercato al corso Europa con un bottino da 2500 euro.
Il 26enne, assistito dall’avvocato Donato ventrone, oggi sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip ma intanto, come riportano Repubblica e Il Mattino, al momento del fermo ha fatto già alcune ammissioni.
Ma le sue parole, messe a verbale dal PM Ciro Capasso e dal procuratore Nicola Gratteri, sembrano essere solo la punta dell’iceberg di un’indagine che punta a fare luce su una rete ben più ampia.
La confessione: “Ho agito per poche centinaia di euro”
“Ho accettato di andare a fare le rapine in centro per poche centinaia di euro”, avrebbe dichiarato il 26enne. La sua versione parla di un coinvolgimento superficiale, dettato da un debito di cocaina e dalla necessità di “pippare”. Per l’orologio, il giovane avrebbe intascato 750 euro, la stessa cifra data al suo complice, di cui ha detto di conoscere poco.
L’uomo, infatti, avrebbe insistito per compiere anche la seconda rapina, al Corso Europa, dove il bottino è stato di 2500 euro. Ma la versione del 26enne, che ha sostenuto di essere rimasto fuori dal locale, non convince pienamente gli inquirenti, che lavorano per identificare il complice e risalire ai mandanti.
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 14 Agosto 2025 - 07:04
Commenti (2)
È verò che la vita può essere difficile ma non giustifica certi atti. La società deve affrontare questi problemi con più serietà, è importante evitare che i giovani cadano in queste trappole. Un futuro migliore è possibile.
Questo articolo è molto interessanti e fa riflette su come le situazioni di vita possono portare le persone a comportamenti estremi. È triste vedere come la tossicodipendenza influisca sulle decisioni e sulla vita delle persone, speriamo che ci siano soluzioni per aiutare queste persone.