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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 15 Luglio 2025 - 18:45
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Napoli

Napoli, presunti abusi in hotel, tra le vittime anche una donna morta suicida

Gli investigatori cercano riscontri alle dichiarazioni delle due donne che sarebbero state abusate



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Emergono altri particolari dall’inchiesta nata dalla denuncia di presunti abusi sessuali subiti da due dipendenti dell’Hotel Oriente da parte di due superiori, entrambi licenziati dalla struttura dopo le accuse.

Tra i nomi citati nelle denunce, persino quello di una ex collega che si sarebbe tolta la vita, un dettaglio che aggiunge gravità a una vicenda già inquietante.

Le dichiarazioni delle donne, al vaglio degli inquirenti, descrivono un ambiente di lavoro tossico, in cui le molestie sarebbero state una prassi consolidata, spingendo alcune colleghe a licenziarsi per sfuggire alle pressioni.


Le denunce: un quadro di abusi e ricatti

Le due donne, una più giovane e l’altra in condizioni di fragilità economica, hanno raccontato di aver subito per anni vessazioni e abusi sessuali all’interno dell’albergo. La prima, costretta a lavorare per sostenere sé stessa, ha dichiarato di aver intrapreso una relazione con uno degli indagati nel tentativo di mitigare le molestie, salvo poi trovarsi intrappolata in una spirale di richieste sessuali e messaggi offensivi.

La donna confessa di aver contemplato il suicidio l’anno scorso, schiacciata dal peso psicologico delle pressioni subite. L’altra denunciante, una giovane che lavorava per mantenere la madre gravemente malata, ha descritto episodi di abusi avvenuti in uno stanzino dell’hotel, in ascensore e in altri locali della struttura.

Le avances, secondo il suo racconto, non si sarebbero fermate nemmeno di fronte ai suoi rifiuti, con il rischio concreto di perdere il posto di lavoro. La giovane riferisce di attacchi di panico e di un episodio in cui, terrorizzata dalla sola voce di uno degli indagati, ha lasciato cadere un vassoio di bicchieri per il tremore.

Prove e testimonianze

A supporto delle accuse, una delle donne ha consegnato agli investigatori foto e messaggi WhatsApp estratti da tre cellulari, che documenterebbero le pressioni subite. Le denunce citano anche altre colleghe, alcune delle quali avrebbero lasciato l’hotel per sfuggire a un clima di molestie ritenuto “normale” nell’ambiente di lavoro.

Tra i riferimenti più drammatici, il caso di una collega che si sarebbe suicidata, un elemento che gli inquirenti stanno verificando con estrema attenzione.

Minacce e ritorsioni

Le due lavoratrici hanno trovato il coraggio di denunciare solo dopo anni di paura e ricatti. Una delle reazioni più gravi sarebbe arrivata da uno degli indagati, che avrebbe minacciato: “Se mi licenziano, te ne devi andare da Napoli”.

Un’intimidazione che sottolinea la pressione psicologica esercitata sulle vittime, costrette a scegliere tra il silenzio e la perdita del lavoro, unica fonte di sostentamento.

Gli investigatori della Procura di Napoli stanno ora cercando riscontri alle dichiarazioni, analizzando le prove fornite e indagando su eventuali altre testimonianze per ricostruire il clima all’interno dell’Hotel Oriente.

La vicenda getta luce su una realtà drammatica, in cui la vulnerabilità economica e lavorativa diventa terreno fertile per abusi e ricatti. Le denunce delle due donne rappresentano un grido di coraggio contro un sistema di sopraffazione, ma sollevano interrogativi urgenti sulla tutela delle lavoratrici in ambienti professionali.

È inaccettabile che in un ambiente professionale si possano verificare abusi di tale gravità, sfruttando la vulnerabilità economica delle vittime. Il licenziamento dei due superiori da parte della proprietà dell’hotel è un primo passo, ma le indagini dovranno ora fare piena luce su tutte le accuse, verificando non solo i singoli episodi ma anche la presunta “normalizzazione” delle molestie nel luogo di lavoro, come denunciato dalle vittime.

È fondamentale che le autorità garantiscano il massimo supporto e protezione alle donne che hanno avuto il coraggio di denunciare, assicurando che non subiscano ulteriori danni o ritorsioni.

Questo caso deve servire da monito per tutte le aziende, affinché implementino protocolli rigorosi per la prevenzione delle molestie e per la tutela dei propri dipendenti, creando ambienti di lavoro sicuri e rispettosi. La verità e la giustizia per queste donne sono un imperativo morale e sociale.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2025 - 18:45


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