Hai presente quei giorni in cui ti dicono: “La fibra è in arrivo”? Poi ti trovi strade divelte, cumuli di terra e tombini aperti… ma la connessione resta un miraggio. Proprio così funziona in molte città della Campania, dove i lavori per portare la vera fibra FTTH (fino all’abitazione) hanno scombussolato interi quartieri e lasciato dietro una scia di danni e disagi.
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Il paradosso campano: fibra sì, ma non per te
Gli scavi si sono moltiplicati a Napoli, Salerno, Avellino e Caserta, con cantieri aperti su strade trafficate, marciapiedi divelti e disagi per pedoni e residenti. C’è chi, però, resta sconcertato: “Ecco la piccola scatoletta bianca sul palo, indica che la fibra c’è… ma non si può attivare”. Quant’è frustrante trovarsi davanti a un’infrastruttura completa e non poter nemmeno connettersi.
Sul modello del Nord, dove a Ivrea e Torino la politica italiana ha già installato reti nere sotto terra, in Campania gli operai hanno scavato, infilato tubi e installato armadi di strada… ma poi è come se qualcuno avesse tirato il freno: i tecnici lamentano “mancanza d’ordine”, gli operatori dicono che “il civico non risulta coperto” e i cittadini rimangono a guardare.
Dietro l’armadio la grande beffa
Puoi vedere il tombino pieno di fibra, l’armadio stradale perfettamente cablato, persino la “scatoletta bianca” sul palo. Ma se ti colleghi al sito del provider, la tua strada risulta “non coperta”: un controsenso assurdo. Per gli utenti è una lotteria: a volte il civico 45 è pronto, il 47 no; e per il 51 c’è luce verde, mentre il 53 resta buio.
Il perché del caos
Il PNRR ha stanziato circa 3,8 miliardi per la fibra ultrabroadband (FTTH). Ma, anche nel Nord Italia, la realizzazione si è bloccata “a pochi centimetri dalla meta”: i cavi ci sono ma non arrivano fino in casa . In Campania, dove la macchina organizzativa ha proceduto a singhiozzo, i ritardi si accumulano. Spesso sono i comuni a bloccare tutto con permessi, cantieri male gestiti o monitoraggio assente. Il risultato? Reti collaudate mai activate, database aggiornati male, zero obblighi per i provider di rispondere alle richieste.
Nuovo digital divide: quello invisibile
Non più tra chi non ha la rete e chi ce l’ha, ma tra chi la vede sotto casa e non può usarla. Una beffa doppia: per strada hai la fibra, nei fatti resti isolato — senza smart working, streaming, telemedicina, lezioni online. Insomma: vivi “coperto” sulla carta ma prigioniero del Terzo mondo digitale nella realtà.
E adesso?
C’è solo una via: testare l’attivazione e sperare in un “sì”. I cittadini devono tentare, attendere risposte dai call center, insistere con i provider. Nessuno incrocia i dati, nessuno verifica la funzionalità effettiva degli impianti: per adesso è soltanto una guerra di burocrazie, non di tecnologia.
Conclusione irresistibile (e scettica):
In Campania, i lavori per la vera fibra fino all’abitazione si sono trasformati in una specie di reality parallelo: cantieri aperti, pozzetti pieni e piccoli hub stradali… tutto pronto, tutto lì. Eppure, la connessione non arriva mai. Né oggi, né domani. Forse nel 2027? .
Articolo pubblicato il giorno 15 Giugno 2025 - 15:24