Afragola – “Lui piangeva quando è venuto a casa, sembravano lacrime vere”. Con queste parole, la madre di Martina Carbonaro, la 14enne trovata senza vita nella notte tra martedì e mercoledì scorsi in un edificio abbandonato accanto al campo sportivo di Afragola, ricorda l’ultimo incontro tra la figlia e l’ex fidanzato.
Contenuti
- 1 Il corpo ritrovato dopo una seconda ispezione
- 2 “L’ho uccisa perché mi aveva lasciato”, avrebbe detto Tucci
- 3 Madre e insegnante: “Chiediamo giustizia”
- 4 Fiaccolata in memoria della giovane vittima
- 5 Una perduta inaccettabile
- 6 Le indagini e la ricostruzione
- 7 La rabbia della città e l’appello contro la violenza
A confessare il delitto è stato il 19enne Alessio Tucci, fermato poche ore dopo il ritrovamento del cadavere. Il corpo è stato ritrovato durante una seconda ispezione, sotto un vecchio armadio e un mucchio di detriti e rifiuti.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti medico-legali effettuati sul cadavere, la 14enne sarebbe stata colpita alla testa almeno quattro volte, con una pietra, e il decesso sarebbe sopraggiunto verosimilmente dopo un’agonia a causa di una importante perdita di sangue.
Il corpo ritrovato dopo una seconda ispezione
Martina era con un’amica e si è incontrata con Alessio Tucci, l’ex fidanzato di 19 anni fermato per l’omicidio, presso una yogurteria della città, prima di allontanarsi con lui: a riferire la circostanza agli investigatori è stata proprio l’amica che ha anche fornito l direzione verso la quale i due si erano incamminati.
Un’altra telecamera li ha poi inquadrati mentre percorrevano una stradina che porta al casolare. Il primo sopralluogo degli investigatori, nel pomeriggio, ha consentito il ritrovamento degli occhiali di Martina, con macchie di sangue a terra e una pietra insanguinata, ma non il corpo che, invece – mentre tutta l’area era interessata da un vasto rastrellamento, anche con i droni – verrà individuato nello stesso casolare dieci minuti dopo la mezzanotte, sotto i detriti vicino ai quali erano stati recuperati in precedenza gli occhiali
“L’ho uccisa perché mi aveva lasciato”, avrebbe detto Tucci
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord, Tucci si sarebbe presentato a casa dei “suoceri” e, poco dopo, avrebbe attirato Martina in una zona isolata vicino allo stadio “Moccia”. Durante l’incontro è nata una lite: in preda alla rabbia, il giovane avrebbe colpito ripetutamente la 14enne con una pietra, fracassandole la testa e il volto.
In un primo momento il ragazzo aveva negato ogni responsabilità, ma i dati ricavati dalle telecamere di videosorveglianza e le incongruenze nel suo racconto lo hanno tradito. Sotto torchio, avrebbe infine ammesso di aver ucciso la ragazza e di averne occultato il corpo in un armadio all’interno dello stabile fatiscente.
A seguito della confessione, il gip di Napoli Nord ha disposto il fermo di indiziato di delitto per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Il fermo è stato convalidato già nella mattinata, mentre prosegue l’esame autoptico sul cadavere della vittima per chiarire ogni aspetto della dinamica del delitto.
Madre e insegnante: “Chiediamo giustizia”
Sulle pagine social, la mamma di Martina – Enza – ha scritto: «Figlia mia, chi ti ha fatto del male la pagherà. Vola in alto. Tu sei stata importante e lo sarai per sempre». In un’intervista, la donna ha aggiunto: “Sembrava un bravo ragazzo, invece nell’ultimo periodo picchiava mia figlia. Chiedo giustizia: mi aspetto l’ergastolo. Le donne e soprattutto le minorenni vanno tutelate”.
Anche i compagni di scuola e l’insegnante di Martina, la professoressa Carla Caputo, hanno affidato ai social il proprio dolore: «Non lo accetto, non ci posso credere: hai perso la vita a soli 14 anni», ha scritto. «Porterò per sempre nel cuore il tuo volto, la tua voce, la tua presenza in aula, e trasformerò questo dolore in impegno per educare al rispetto e alla libertà. Hai diritto alla vita, ai sogni, ai primi amori: invece sei stata strappata via brutalmente».
Fiaccolata in memoria della giovane vittima
Per questa sera, alle ore 19, il sindaco di Afragola, Antonio Pannone, ha indetto una fiaccolata in memoria di Martina Carbonaro. Il ritrovo è fissato alle 18 in piazza Municipio, quindi si snoderà un corteo verso il luogo del ritrovamento. Il primo cittadino ha invitato scuole, parrocchie e associazioni a partecipare, affinché la comunità possa stringersi intorno alla famiglia della giovane vittima e ribadire un no fermo a ogni forma di violenza.
Una perduta inaccettabile
«Siamo profondamente addolorati per l’orrore di questa morte», ha dichiarato il sindaco Pannone. «Afragola piange per la perdita di un fiore reciso con violenza. Questa tragedia senza senso deve spingerci a difendere i diritti e le speranze dei nostri giovani».
La comunità resta sotto shock: molti residenti della zona avevano segnalato movimenti sospetti nei pressi dell’ex stadio Moccia nelle ore precedenti il ritrovamento del corpo. Quella stessa area, già teatro di cronache difficili, è ora al centro delle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Casoria e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna.
Le indagini e la ricostruzione
La Procura di Napoli Nord ha ricostruito puntualmente gli ultimi momenti di vita di Martina: la sera del 26 maggio la 14enne era uscita con le amiche per un gelato, ma avrebbe accettato di incontrarsi con l’ex fidanzato in un punto che entrambi frequentavano. Le telecamere di videosorveglianza l’hanno ripresa mentre si allontanava con Tucci. I familiari, dopo non averla vista rientrare, hanno lanciato l’allarme.
Per due giorni carabinieri e volontari hanno battuto palmo a palmo le campagne e le aree dismesse di Afragola finché, nella notte tra il 27 e il 28 maggio, il corpo di Martina è stato rinvenuto sotto un materasso all’interno di uno degli stabili abbandonati vicino allo stadio, con evidenti segni di percosse alla testa. Il movente resta legato alla gelosia e al rifiuto della 14enne di riallacciare la relazione interrotta.
La rabbia della città e l’appello contro la violenza
«Una tragedia che scuote ogni coscienza», commentano i residenti di Afragola, molti dei quali hanno scelto di partecipare alla fiaccolata. L’esito dell’attività investigativa e l’arresto del presunto assassino non placano però lo stupore e l’indignazione: in diversi chiedono misure preventive efficaci per contrastare la violenza di genere e minorile.
«Non si è trattato di un atto isolato», avverte il deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha ricevuto le prime notizie nella notte del ritrovamento. «La violenza è ormai diventata un linguaggio dominante tra i giovani. Chi ha visto, parli: il silenzio è complice. Dobbiamo investire con urgenza in educazione alla legalità e al rispetto, soprattutto nelle scuole e nei centri sociali».
Le indagini continuano senza sosta per ricostruire ogni dettaglio dell’ultima ore di Martina e verificarne anche eventuali complicità. Nel frattempo, Afragola si prepara a rendere omaggio alla giovane vittima, sperando che il clamore mediatico che ha seguito questa vicenda sconvolgente si traduca in un impegno reale di prevenzione e sostegno alle famiglie e ai minori in difficoltà.
Articolo pubblicato il giorno 28 Maggio 2025 - 15:43