Un agente della polizia penitenziaria di 28 anni e un detenuto di 42 sono stati arrestati in flagranza all’interno del carcere Sant’Anna di Modena per l’introduzione illecita di micro telefoni cellulari nella struttura.
L’operazione, condotta dalla Polizia di Stato in collaborazione con il personale penitenziario, è scattata a seguito di una complessa indagine coordinata dalla Procura di Modena.
Entrambi sono indagati per accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti e per corruzione aggravata.Secondo gli inquirenti, l’agente avrebbe introdotto i dispositivi in carcere in cambio di denaro, nell’ambito di un accordo corruttivo con il detenuto.
L’inchiesta è partita dopo che il comandante della penitenziaria aveva segnalato il ritrovamento di un micro telefono durante una perquisizione in cella.I dispositivi sequestrati sono estremamente piccoli, delle dimensioni di un accendino.
Al momento dell’arresto, nella cella del detenuto sono stati rinvenuti quattro micro telefoni, mentre altri due dello stesso tipo sono stati trovati nell’auto dell’agente.Parallelamente, la Procura ha disposto tre perquisizioni domiciliari a carico di altri soggetti indagati per concorso in corruzione a Scampia e Giugliano.
Le operazioni sono state eseguite con il supporto della Squadra Mobile di Bologna e dei commissariati di Napoli Scampia e Giugliano.Il detenuto coinvolto, già condannato in via definitiva a 12 anni e mezzo per reati legati a droga, rapina, truffa ed evasione, terminerà di scontare la pena nel 2027.Nelle prossime ore, i due arrestati compariranno davanti al giudice per l’udienza di convalida.
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E un po strano che un agente della polizia penitenziaria fa queste cose, visto che dovrebbero proteggere i detenuti e non aiutarli a fare cose illegali, ma forse ci sono motivi che non conosciamo.