A due anni dal disastro ferroviario di Tempe, la comunità greca residente a Napoli si riunirà domani in largo Berlinguer per una manifestazione di protesta: l’iniziativa vuole tenere viva l’attenzione sulla tragedia che, il 28 febbraio 2023, ha causato la morte di 57 persone e oltre 180 feriti, in uno degli incidenti ferroviari più gravi della storia della Grecia.
I manifestanti denunciano come l’incidente non sia stato un errore umano isolato, ma il risultato di omissioni sistematiche e di gravi mancanze nel rispetto delle normative europee sulla sicurezza ferroviaria. Secondo l’appello diffuso dai promotori della protesta, il disastro si sarebbe potuto evitare se il progetto di modernizzazione del sistema di segnalamento e controllo remoto della linea Atene-Salonicco, finanziato dall’Unione Europea, fosse stato correttamente attuato dalle autorità greche.
Al centro della protesta anche la richiesta di accertare le cause effettive dell’incendio che ha devastato i vagoni del treno passeggeri: un audio diffuso dopo la tragedia ha rivelato che molte vittime non sarebbero morte a causa dello scontro, ma per asfissia, a seguito del rogo scatenato dal presunto trasporto di un “carico chimico illegale” sul convoglio merci coinvolto.
La comunità greca di Napoli punta il dito contro la classe politica e i vertici delle aziende ferroviarie coinvolte nella gestione della rete nazionale: OSE, l’Ente delle Ferrovie Elleniche; ERGOSE, responsabile dello sviluppo delle infrastrutture; e HELLENIC TRAIN, controllata dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, unico operatore del trasporto ferroviario in Grecia. “La tragedia di Tempe non è stata un incidente, ma un crimine dettato da indifferenza, irresponsabilità e corruzione. Non deve restare impunito”, affermano i manifestanti, che domani chiederanno giustizia con forza nel cuore di Napoli.
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