Era quasi mezzanotte a San Sebastiano al Vesuvio quando una pattuglia dei carabinieri, impegnata in un servizio straordinario di controllo, ha notato un gruppo di giovanissimi in via Plinio il Vecchio. Età compresa tra i 15 e i 18 anni, atteggiamenti apparentemente ordinari, tranne uno: un 16enne che, con fare sospetto, ha attirato l’attenzione dei militari.
E’ la stessa zona dove quasi due mesi fa fu ucciso l’innocente calciatore Santo Romano da parte di un minirenne di Barra legato alla famiglia criminale dei Valda (Francesco Pio Valda è a processo per l’omicidio dell’innocente pizzaiolo di Pianura Francesco Pio Maimone).
La perquisizione è stata immediata, ma si è trasformata in un’operazione ad alto rischio quando i carabinieri hanno scoperto nella cintura del giovane quella che sembrava essere una pistola. In pochi istanti, il ragazzo ha reagito spintonando un militare e ha tentato la fuga.
L’inseguimento è stato concitato: il 16enne ha corso per le strade del centro, attraversando via Plinio il Vecchio, via Margherita di Savoia e infine un vialetto che conduce a via Mario Falconi. Un chilometro di corsa, tra cancelli scavalcati e stratagemmi improvvisati per sfuggire ai carabinieri, come abbandonare giubbotto e pistola su un muretto.
Ma la fuga si è conclusa in un parcheggio, dove il ragazzo si era nascosto tra alcune auto. Bloccato dai militari, ha tentato di giustificarsi dichiarando di aver gettato della droga per paura, ma sul muretto è stata ritrovata una pistola a salve calibro 8, priva del tappo rosso obbligatorio.
Per il 16enne, la serata si è conclusa con l’arresto. Dovrà rispondere di resistenza a pubblico ufficiale e porto di armi. Attualmente è stato trasferito al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, mentre la pistola è stata sequestrata.
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