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Ponticelli, l’agguato ad Antonio Meo e l’attacco al clan De Micco

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Ponticelli è di nuovo teatro di una guerra di camorra. Dopo mesi di apparente tregua, i clan sono entrati in una nuova fase di fibrillazione, come dimostrano i recenti fatti di sangue.

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L’ultimo episodio è l’agguato a Antonio Meo, 51enne ritenuto vicino ai De Micco. Secondo gli investigatori, si tratta di una risposta all’investimento di due giovani vicini al gruppo dell'”isolato 17″. Il ferito è il fratello di Vincenzo ucciso dai killer del clan Sarno 35 anni fa nella famosa strage del bar Sayonara.

La nuova guerra di camorra a Ponticelli vede contrapposti due schieramenti: da un lato i De Micco, alleati dei Mazzarella, dall’altro una coalizione di cinque gruppi: la neonata formazione con base nel Rione De Gasperi, i D’Amico “Fraulella”, i De Luca Bossa, i Cascella e i Minichini.

L’obiettivo di questa alleanza è ridimensionare il potere dei “Bodo” nel quartiere, riducendone le zone d’influenza. Le tensioni erano già emerse nei mesi scorsi con “stese”, intimidazioni e bombe.

L’allargamento delle zone d’influenza da parte dei De Micco sarebbe alla base della nuova fase di conflitto. Questa penetrazione non è sfuggita ai nemici della federazione di famiglie di camorra di Ponticelli e San Giovanni a Teduccio, che hanno deciso di reagire.

Le indagini sono in corso per identificare i responsabili degli ultimi fatti di sangue e per ricostruire la dinamica della nuova guerra di camorra a Ponticelli.

La situazione nel quartiere è preoccupante e la popolazione è terrorizzata. Le forze dell’ordine stanno monitorando la situazione e sono al lavoro per prevenire ulteriori violenze.


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