Castellammare, la molotov “come regalo” alla sala bingo per costringere a pagare il pizzo

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Estorsione con molotov lasciata “come regalo al masto tuo”: così Salvatore Scotognella meglio noto come o’ talebano per il suo carattere violento si era presentato a nome del clan Onorato del rione Moscarella al parcheggiatore della sala Bingo per costringerlo a pagare.

La richiesta era tra i 9 e i 12 mila euro. Una richiesta decisamente esorbitante che il titolare aveva rifiutato dicendo di essere in difficoltà economiche e che quindi non poteva pagare. Ma davanti al rifiuto il clan di Michele Onorato o’ pimuntese, 60 anni di cui trenta quasi trascorsi in carcere tranne un breve periodo nel 2022 in cui è uscito dal carcere grazie al suo avvocato.

Onorato è uno di quelli che ha fatto la storia della camorra di Castellammare e dintorni tra fine anni Ottanta e inizi anni Novanta partecipando alla faida tra i D’Alessandro e gli Imparato. Era dalla parte di quest’ultimo, uscito sconfitto dalla faida e ucciso dalla polizia in un conflitto a fuoco sui boschi di Quisisana.

E ora dopo tanto carcere aveva deciso di assumere il comando di una parte della zona Nord di Castellammare al confine con Pompei, santa Maria la carità e Sant’Antonio Abate lasciata libera dai numerosi arresti che hanno colpito negli ultimi anni il clan Cesarano.

La circostanza della bottiglia molotov alla sala bingo emerge dall’ordinanza con la quale il gip di Napoli,  Maria Luisa Miranda, su richiesta della Dda, ha emesso dieci arresti (9 in carcere e uno ai domiciliari) e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

 La molotov come “regalo” al titolare della sala bingo che non voleva pagare il pizzo

Il titolare del Bingo, avvicinato dalla camorra, si difende dicendo di trovarsi in un momento di grande difficoltà economica. Ma il clan non gli crede e quindi decide di consegnargli ‘un presente’, attraverso un pacco affidato a un parcheggiatore di auto. Inizialmente nel pacco ci sarebbe dovuto essere anche un proiettile, ma la persona incaricata di confezionarlo se lo dimentica.

Il colloquio tra l’aspirante boss Michele Onorato in carcere e uno dei suoi luogotenenti risale al 25 ottobre 2023 e viene intercettato dalle forze dell’ordine: “ci siamo seduti a tavolino, ho detto, ‘questo è un pensiero (la molotov) per il masto (il titolare) tuo portaglielo, è un regalo dello zio (Michele Onorato)…”.

Il giorno dopo però, il luogotenente di Onorato viene arrestato dalla Polizia per detenzione di armi, munizioni, cocaina e hashish. Viene quindi designato il genero di Onorato (anche lui finito oggi in manette) per dirimere la diatriba e anche questa circostanza viene scoperta grazie a una intercettazione dove a parlare sono Onorato, dal carcere, la moglie, e la figlia a cui viene affidato il compito di informare il marito dell’incarico.

La figlia di Onorato si mostra reticente: non vuole parlare con il padre, teme che sia sotto controllo. Alla fine, però, dopo le rassicurazioni della madre, decide di parlare e si sente la moglie dell’aspirante boss dire: “eh Maria, senti tuo padre che ti deve dire, non ti preoccupare, è pulito (cioé la conversazione è sicura) la cambiamo sempre la scheda…”. Il 27 ottobre 2023 la figlia e il genero di recano a parlare con la vittima ma al termine dell’incontro comunque il pizzo non verrà corrisposto.

Lunga la lista delle vittime del neo clan di Castellammare, che allungava i suoi tentacoli anche in altri comuni limitrofi, come, per esempio, la città mariana di Pompei. E quando qualcuno si mostrava reticente, le minacce diventavano pesanti. È il caso di un ristoratore, il quale aveva fatto notare ai suoi aguzzini che già pagava una quota al clan Cesarano, da una cui costola è nato il gruppo malavitoso del rione Moscarella.

 “Noi la gente la facciamo soffrire non li ammazziamo”

“Domani vengono a prendere i soldi”, gli è stato risposto, “io non ti voglio uccidere, noi la gente la facciamo soffrire, non l’ammazziamo”. L’episodio risale al luglio 2023. Il pizzo verrà pagato regolarmente, a fine settembre: 1.500 euro suddivisi in tre parti, una delle quali direttamente per la moglie di Michele Onorato.



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