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IL PROGETTO

Un ‘tutor virtuale’ all’Università di Salerno: “Ma non potrà mai sostituire il docente”

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Un innovativo “digital personal tutor” è stato progettato per affiancare studenti e docenti all’interno del dottorato in didattica generale e pedagogia speciale presso l’Università di Salerno. Questo tutor virtuale, sviluppato dal team di ricerca guidato dal prorettore dell’Università, il professor Maurizio Sibilio, si propone di rivoluzionare il modo in cui gli studenti affrontano le lezioni e lo studio individuale.

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L’avatar-tutor è descritto come un vero alter ego digitale del docente, con lo stesso aspetto, la stessa voce, e movenze simili. Il professor Sibilio spiega che si tratta di un tutor digitale programmato come un’intelligenza artificiale generativa. Tuttavia, è essenziale sottolineare che il suo ruolo non è sostituire il docente reale e le sue lezioni frontali, ma piuttosto fornire un supporto integrativo.

Attualmente, questa innovativa tecnologia è in fase sperimentale in una piccola classe di dottorandi presso l’ateneo di Salerno. Tuttavia, c’è l’intenzione di estendere l’impiego di questo clone virtuale del docente agli studenti di alcuni corsi selezionati in futuro.

A differenza di altri chat bot disponibili sul web, l’avatar utilizzato dall’Università di Salerno ha un perimetro ben definito di dati. Viene programmato con lezioni filmate, appunti e testi del docente o di altri autori adottati nel corso di studi. Non può generare risposte, slide, immagini o materiali di studio al di fuori delle informazioni fornite dal docente.

Il contributo offerto agli studenti da questo tutor virtuale è regolamentato da un codice etico che chiarisce che l’Intelligenza Artificiale non mira a sostituire le lezioni frontali, ma piuttosto a fornire un supporto dinamico e personalizzato all’apprendimento. Questa tecnologia si rivela particolarmente utile per studenti con bisogni educativi speciali e per coloro che affrontano sfide come l’apprendimento in una lingua diversa dalla propria.

Il professor Sibilio sottolinea che il futuro della didattica è già qui, e l’interfaccia con l’intelligenza artificiale è inevitabile. Egli sottolinea l’importanza di regolamentare adeguatamente questa tecnologia, che offre un valore aggiunto senza sostituire l’essenziale interazione umana nel processo di insegnamento e apprendimento.

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