Camorra, sgominato il clan Aprea: 11 arresti

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La Squadra Mobile di Napoli ha eseguito undici arresti in relazione a un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) sulla presunta attività criminale del clan Aprea, precedentemente legato al clan Cuccaro di Barra.

Gli indagati sono accusati di vari reati, tra cui associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di stupefacenti, detenzione di armi e uso di dispositivi di comunicazione in carcere. L’indagine è stata avviata il 20 marzo 2023 in seguito all’omicidio di Francesco Pio Maimone su via Caracciolo, coinvolgendo anche Francesco Pio Valda, sospettato di essere l’autore del delitto.

Le indagini hanno rivelato che due gruppi di giovani si sono scontrati nei pressi degli chalet di via Caracciolo per motivi futili, culminando con diversi colpi d’arma da fuoco sparati da Valda, che ha ucciso accidentalmente Maimone.



    Successivamente, il 12 ottobre 2023, sono state eseguite ulteriori misure cautelari nei confronti di altre persone coinvolte nell’omicidio, accusate di detenzione di armi da fuoco e favoreggiamento.

    Le indagini hanno rivelato anche legami tra Valda e il clan Aprea, in contrasto con il clan Cuccaro, e hanno documentato eventi violenti tra i due gruppi, nonché atti intimidatori e comunicazioni illecite tra affiliati detenuti e liberi.

    Francesco Pio Valda è infatti il figlio di Ciro del clan Cuccaro di Barra, vittima nel 2013 di un agguato di camorra a seguito di una faida interna al clan. A seguito di questo evento, negli anni successivi, i Valda si sono legati al clan Aprea, in storico contrasto con il clan Cuccaro.

    Inoltre, la sorella di Valda è stata arrestata per aver violato i termini della sua detenzione domiciliare, pubblicando un video su TikTok in cui si faceva apologia della mafia.

    Le ricerche condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno rilevato un ambiente di tensione sostenuto da una serie di eventi violenti. Alcuni di questi sono legati alla lotta tra gli Aprea e i Cuccaro, mentre altri sono collegati a circostanze improvvisate in cui il gruppo Valda si è sempre ritrovato coinvolto.

    Durante le indagini, sono state trovate e confiscate armi da fuoco e sono stati documentati scontri armati tra i due gruppi. Inoltre, sono stati registrati vari atti di intimidazione, come esplosioni di dispositivi fatti in casa, in locali commerciali. Infine, sono state registrate diverse conversazioni dalla prigione, poiché i membri incarcerati erano in grado di comunicare con quelli a piede libero, impartendo direttive varie tramite smartphone illegalmente detenuti nel penitenziario.


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