La denuncia della Cgil: ‘Servono 2 miliardi l’anno in più per asili nido’

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“Nel richiedere un maggiore impegno da parte del governo, esprimiamo la necessità di meno annunci e retorica sulla natalità, e una maggiore dedizione a garantire il raggiungimento degli obiettivi europei.

Per raggiungere la quota del 45% stabilita a Barcellona per il 2030, è fondamentale attivare 200 mila posti aggiuntivi rispetto a quelli attuali. Per raggiungere questo obiettivo, oltre agli investimenti nelle strutture, sono necessari 2 miliardi di euro aggiuntivi all’anno per la gestione e almeno 45 mila educatrici ed educatori in più.”

Questo è quanto emerge dal report della Cgil intitolato ‘Asili nido e servizi educativi in Italia’, redatto in occasione del 52° anniversario dall’approvazione della legge n.1044 del 6 dicembre 1971. Analizzando gli ultimi dati Istat, la Cgil evidenzia che “in Italia sono disponibili solo 350 mila posti in asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia, pubblici o privati. Ciò significa che solo il 28% dei bambini, ovvero poco più di uno su quattro, può usufruirne, mentre 900 sono ancora esclusi”.

    Il report sottolinea che questa offerta è “assolutamente insufficiente rispetto al potenziale bacino di utenza, ben al di sotto del 33% che l’Europa si era proposta di raggiungere entro il 2010 e che l’Italia ha indicato come livello minimo da garantire entro il 2027. Inoltre, è molto distante dal nuovo obiettivo europeo del 45% da raggiungere entro il 2030.”

    Il documento continua, rilevando che “negli ultimi 10 anni, non solo il numero di posti in asili nido e servizi educativi è diminuito di oltre 14 mila, pari a -3,9%, ma si osservano forti diseguaglianze territoriali sia nell’offerta, con percentuali che vanno dal 38,9% posti/bambini dell’Umbria al 10,7% della Campania, sia nella spesa media dei comuni per bambino/a residente con 0-2 anni, con cifre che variano dai 3.172 euro della Valle d’Aosta ai 174 euro della Calabria.”

    I segretari confederali Cgil Daniela Barbaresi e Christian Ferrari si esprimono preoccupati per la rimodulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), evidenziando un forte ridimensionamento dei nuovi posti previsti in asili nido e scuole dell’infanzia, passati da 264 mila a 150 mila.

    Nonostante le rassicurazioni del governo riguardo ai nuovi piani asilo nido finanziati con risorse nazionali, i due dirigenti sindacali rimangono critici, sottolineando ulteriori tagli ai Comuni previsti dal disegno di legge di Bilancio. Concludono affermando che è necessario passare dalle mere dichiarazioni a impegni concreti per garantire l’universalità dell’offerta educativa 0-6, con la gratuità degli asili nido per tutti e l’obbligatorietà della scuola dell’infanzia. La Cgil, attraverso la contrattazione sociale, si impegnerà ulteriormente nel dibattito politico territoriale.

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