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Sicut Sagittae, quarto appuntamento domenica 22 ottobre alla Domus Ars

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Quarto appuntamento con ascolti rari di un repertorio ancora da riscoprire.

Domenica 22 ottobre alle 20.30 alla Domus Ars quarto appuntamento per Sicut Sagittae l’VIII edizione del Festival di Musica Barocca, quest’anno dedicato, come recita il sottotitolo, alla “Vox Regina” al canto che incanta. La manifestazione è prodotta dal Il Canto di Virgilio, in collaborazione con l’Associazione Cappella Neapolitana– Antonio Florio.

Il confronto tra Venezia e Napoli, filo conduttore nella rassegna di quest’anno, continua nel quarto incontro, con le voci del soprano Angela Luglio e l’alto Aurelio Schiavoni, accompagnati al cembalo da Marco Palumbo, che eseguono i virtuosi “duetti da camera” di Durante e Lotti, tra i quali si inserisce Benedetto Marcello e opportunamente il genio di Alessandro Scarlatti.

Quarto dei sei concerti di livello artistico altissimo e di grande interesse storico-culturale, che riportano in un luogo simbolico come la chiesa di San Francesco delle Monache sede della Domus Ars, il suono incantatorio delle voci del passato.

Domus Ars – Chiesa San Francesco delle Monache, via santa Chiara
Posto unico 15 euro (intero) 10 (ridotto)
Info: infoeventi@domusars.it tel. 08134255603 | info@cappellaneapolitana.it

Domenica 22 ottobre 20.30

“NAPOLI E VENEZIA: I DUETTI DA CAMERA”
Angela Luglio, soprano Aurelio Schiavoni, alto
Marco Palumbo clavicembalo
Francesco Durante (1684 – 1755) “Fiero, acerbo destin” (duetto)
Antonio Lotti (1667 – 1740) “Querela Amorosa” (duetto)
Alessandro Scarlatti (1660- 1725) “Mi Tormenta il Pensier” cantata (soprano solo)
Antonio Lotti “Lontananza Insopportabile”(duetto)
Francesco Durante VI Sonata e Divertimento (cembalo solo)
Benedetto Marcello (1686 – 1733) “Qual mai,Fato Inumano” cantata (alto solo)
Francesco Durante “La Vezzosa Celinda” (duetto)

La voce ha mantenuto nei secoli intatta la sacralità del suo messaggio sonoro. Nella Napoli tra Cinque e Settecento la voce si incarnò di volta in volta nelle figure dei cantori a liuto o alla chitarra, delle primedonne e soprattutto dei castrati, reclutati da bambini in tutto il viceregno ed educati al più esasperato virtuosismo nei quattro antichi Conservatori nati nel Seicento.


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