La confessione choc dell’assassino di Giovanbattista: “Ho rovinato due vite”

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“Ho rovinato due vite: la sua e la mia”. Il ragazzo di 17 anni è comparso in tribunale di Napoli per l’udienza di convalida del suo arresto in relazione all’omicidio di Giovanbattista Cutolo.

Nonostante l’ordinanza di custodia cautelare, il ragazzo ha mantenuto la stessa versione della sua difesa: “Mi sono difeso”. Questa volta però, a differenza dell’interrogatorio precedente, si è mostrato più dimesso e dispiaciuto per la morte del giovane di 24 anni.

Il ragazzo è parente di due boss dei Quartieri Spagnoli, ma la madre non ha precedenti penali e suo padre ha scontato una pena in passato. Non sembra essere coinvolto con la camorra, ma ha avuto esperienze di vita difficile fin da giovane.

Nel 2013, quando aveva solo 13 anni, aveva accoltellato un coetaneo durante una lite. Poiché non era considerato responsabile penalmente, era stato affidato agli assistenti sociali. Successivamente, l’accusa di tentato omicidio era stata ridotta a lesioni aggravate.

Analizzando gli atti dell’arresto emessi dalla Procura, si è ricostruita quasi completamente la dinamica dell’omicidio e sono emerse alcune nuove informazioni. La lite è iniziata all’interno del pub Dog Out, in piazza Municipio 86, e si è conclusa tragicamente all’esterno, di fronte al civico 86, dove è stato trovato il corpo senza vita del giovane di 24 anni.

Tutto è iniziato quando il gruppo di giovani dei Quartieri Spagnoli ha preso di mira lo scooter parcheggiato in seconda fila, appartenente ad un amico della vittima. Hanno usato toni aggressivi dicendo: “Togli questo schifo da qui”. “Giogiò” ha deciso di intervenire per difendere il suo amico e uno dei ragazzi dei Quartieri Spagnoli, maggiorenne, gli ha versato una bottiglietta di maionese in testa, ridendo insieme agli altri.

Quella situazione ha scatenato una rissa in cui altre persone si sono unite, tra cui alcuni ragazzi di un’altra tavolata provenienti dalla zona di piazza Bellini, che sono poi stati interrogati in Questura. La rissa è poi proseguita all’esterno, anche grazie all’intervento del personale del pub.

Nel momento più violento, le telecamere di sorveglianza hanno ripreso il ragazzo di 17 anni mentre estrae una pistola e spara tre colpi. Il pubblico ministero Francesco Regine e la Squadra Mobile di Napoli accusano il 17enne dei Quartieri Spagnoli di omicidio volontario aggravato, detenzione e porto abusivo di arma.

La decisione del giudice è stata presa dopo un’udienza di convalida che ha durato circa un’ora e mezza. Durante l’udienza, il giovane, difeso dall’avvocato Davide Piccirillo, sembrava più cosciente della tragedia causata e mostrava un atteggiamento più pentito rispetto al momento in cui gli è stata notificata l’arresto.

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