Caos al porto di Capri, tavolo tecnico in Prefettura

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La sicurezza e l’ordine pubblico nel porto di Capri è stato l’argomento discusso ieri in Prefettura al tavolo tecnico convocato dal prefetto Claudio Palomba su richiesta del sindaco di Capri Marino Lembo.

Nel corso del vertice gli amministratori di Capri ed Anacapri hanno rappresentato la problematica della gestione dell’ordine pubblico sull’isola. Al tavolo tecnico, coordinato dallo stesso prefetto, hanno partecipato per il comune di Capri il sindaco Marino Lembo, l’assessore Paola Mazzina e il consigliere Enrico Romano, il sindaco di Anacapri, l’assessore regionale al Turismo, il presidente della commissione regionale Trasporti, la Direzione Marittima di Napoli, il comandante di Circomare Capri, le forze dell’ordine ed i rappresentanti delle compagnie di navigazione.

Gli amministratori isolani hanno rimarcato il gravissimo livello di criticità ormai raggiunto ai fini della sicurezza e dell’ordine pubblico nello scalo marittimo in conseguenza dell’elevato e crescente numero di attracchi di imbarcazioni e di sbarchi di persone a fronte della piccola struttura e della ridotta dimensione del borgo di Marina Grande che rendono difficoltoso anche l’ordinato flusso e deflusso da e verso la parte alta di Capri con assembramenti e difficoltà di transito.



    In particolare la discussione si è soffermata sull’ingente e sproporzionato afflusso di persone concentrate tutte nella medesima e ridotta area di Marina Grande a fronte dei numerosi servizi presenti (biglietterie dei bus pubblici e funicolare, biglietterie degli aliscafi e dei traghetti, accesso al servizio di funicolare, stazionamenti dei bus pubblici per Capri ed Anacapri, stazionamento taxi, ecc..) che quotidianamente registrano lunghi incolonnamenti, senza contare i numerosi mezzi di trasporto merci che transitano e sostano nella stessa area durante le operazioni di sbarco e imbarco.

    Infine la situazione si è ulteriormente aggravata con il danneggiamento e la conseguente interdizione del molo detto “Banchinella” per il quale è già stata adottata dal sindaco di Capri un’ordinanza sindacale urgente che vieta lo sbarco dei mezzi adibiti al trasporto merci sull’isola dalle ore 9 alle ore 12 e la conseguente circolazione dal porto al centro di Capri.

    Nella riunione sono state, inoltre, esaminate le varie norme del fenomeno tra cui quelle più urgenti e quelle di lungo periodo. Nell’incontro è stato rappresentato al Prefetto che nel precedente incontro alla Regione Campania tra l’Autorità Marittima ed il comparto Traporti Marittimi è stato raggiunto un nuovo quadro orari di attracchi che terrà conto della sicurezza portuale e delle ordinanze di Circomare già vigenti, distanziando gli arrivi.

    I rappresentanti delle compagnie di navigazione hanno confermato lo stato di criticità attualmente esistente nel porto di Capri e si sono resi disponibili a collaborare per la migliore definizione possibile della problematica, dopo il fenomeno di sgrossamento che è avvenuto sotto la testata del molo 21 detto la “Banchinella” che è stato interdetto a tutte le operazioni di ormeggio, privando il porto del grande spazio dove attraccano navi e traghetti che trasportano veicoli merci e passeggeri.

    Al contempo, gli stessi rappresentanti hanno evidenziato che, a fronte di una continua ricerca di standard di sicurezza delle loro imbarcazioni, arrivano sull’isola, specie nel versante di Marina Piccola, numerose imbarcazioni apparentemente da diporto ma che di fatto svolgono attività di trasporto di persone che provengono dalla Penisola Sorrentina e dalla Costiera Amalfitana privi di controllo, aggravando anche l’altra parte dell’isola che non è destinata ad attività portuali ma solo turistiche.

    A breve, dopo che saranno iniziati i lavori alla Banchinella, il Prefetto ha comunicato che ci sarà una riunione con le amministrazioni comunali, regionali, marittime, compagnie di navigazione e categorie interessate sul territorio per affrontare la grave situazione emergenziale.

    A lungo termine si è convenuti su un intervento infrastrutturale, essenziale e non più prorogabile, riguardante il porto commerciale, che ha quasi cento anni, e non più idoneo a garantire la sicurezza a fronte dell’elevato afflusso di imbarcazioni e persone.


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