Torre Annunziata, Mazzella (M5s): ‘Demoliamo Palazzo Fienga e creiamo un parco’

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Demoliamo Palazzo Fienga e creiamo un parco pubblico urbano – è quanto chiede il senatore del M5s Orfeo Mazzella in un’interrogazione ai ministri dell’interno e per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr.

Il 20 luglio 2021, come riportato sul sito web dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, è stato delineato un progetto relativo alla rifunzionalizzazione di Palazzo Fienga di Torre Annunziata, storica roccaforte del clan Gionta, confiscato al sodalizio camorristico oplontino.

Il sito dovrebbe divenire “operativo per la sicurezza e per il presidio del territorio attraverso la realizzazione di ingenti opere di ristrutturazione e adeguamento” prevedendo di ristrutturare l’area allestendo presidi, uffici e alloggi della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Giudiziaria, della Polizia Metropolitana e della Polizia Locale di Torre Annunziata.



    La gestione del complesso, che conta 72 appartamenti dislocati in una zona di circa 12.000 metri quadrati, è stata affidata a un Commissario Straordinario che avrà il compito di trasformare Palazzo Fienga in un presidio di legalità, con un impegno economico stimato di circa 25 milioni di euro. Tuttavia, ad oggi – continua Mazzella, non si registrano significativi passi in avanti sostanziali rispetto al progetto definito da circa 2 anni.

    Ed ecco perchè reputo fondamentale riflettere sul migliore utilizzo del palazzo sia alla luce della legislazione nazionale ed europea che rema verso l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo entro il 2050, ricordiamoci che Torre Annunziata è considerata zona rossa, sia sull’effettiva opportunità di concentrare in un unico complesso tutte le Forze di Polizia cittadine, atteso il rischio che la criminalità possa bloccare i pochi assi viari che connettono Palazzo Fienga al resto della città, neutralizzandone l’attività.

    Ho quindi chiesto ai Ministri di competenza, tra le altre cose, se condividano l’opportunità di procedere alla demolizione della struttura, con l’obiettivo di utilizzare gli spazi per un parco pubblico urbano, limitando il consumo di suolo – conclude Mazzella.


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