Terremoto, la foto della bimba salvata che commuove il mondo: oltre 3600 morti

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La foto della bimba siriana tra le braccia del suo soccorritore sta commuovendo il mondo.

La piccola è stata estratta dalle macerie di un edificio distrutto dal terremoto che ha devastato Turchia e Siria. E’ stata fotografata tra le braccia di un soccorritore mentre indossava il suo pigiama di cotone bianco macchiato di sangue.

Con le coperte che coprivano anche i genitori feriti, i soccorritori hanno cercato di muoversi in sicurezza tra le macerie dell’edificio crollato.



    Intanto sale ulteriormente il numero delle vittime: al momento e’ pari a 3.613. Le autorita’ turche hanno riferito che 2.316 persone hanno perso la vita nel sisma di magnitudo 7.8. In Siria sono invece quasi 1.300, secondo il ministero della Salute e i soccorritori.

    Ma ci sono ancora centinaia di dispersi e al momento si contano oltre 11mila feriti, molti dei quali in gravi condizioni. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato 7 giorni di lutto nazionale e le scuole di tutto il Paese rimarranno chiuse fino al prossimo 13 febbraio.

     Il terremoto più disastroso dal 1938

    Due terremoti, quattro scosse di grado compreso tra 6,4 e 7,7 hanno fatto tremare dieci diverse citta’ in quello che Erdogan ha definito “il Terremoto piu’ disastroso dal 1938”. Un sisma che e’ subito entrato nella sinistra classifica dei 10 terremoti piu’ letali che hanno colpito la Turchia dal 1930 ad oggi.

    Il Paese e’ attraversato da due faglie, la anatolica e la africana, a nord e a sud, generate dalla spaccatura della placca arabica che coincide con il sud est del Paese. Hatay, Gaziantep, Kilis, Urfa, Adiyaman, Osmaniye, Malatya, Kahramanmaras, Adana, Diyarbakir sono le principali citta’ che oggi contano i morti e si trovano dinanzi al conto dei danni e di migliaia di palazzi gia’ abbattuti perche’ sul punto di crollare.

     Due forti scosse di terremoto

    Immediatamente scattata la macchina dei soccorsi, organizzatissima in Turchia con la protezione civile AFAD purtroppo non nuova a questo tipo di interventi. La stessa Afad ha comunicato che la prima scossa, di magnitudo 7,7, ha colpito alle 4:17 del mattino (Roma +2), epicentro a Pazarcik, nella provincia di Kahramanmaras, alla profondita’ di 7 km.

    La seconda scossa ha colpito Gaziantep pochi minuti dopo, magnitudo 6,4, seguita da un terzo movimento tellurico di grado 6.5. Una scossa di grado 7.5 ha fatto tremare di nuovo la provincia di Kahramanmaras 7 ore dopo, picco di uno sciame sismico che ha fatto registrare piu’ di 150 scosse Scosse avvertite in Iraq, Libano, Cipro ed Egitto e che in Siria hanno fatto registrare almeno mille morti. Erdogan e’ arrivato con un volo da Istanbul presso la sede della presidenza dell’Afad, dove ha assunto il coordinamento delle operazioni.

    L’ultimo intervento per un terremoto in una zona densamente popolata fu a Smirne nel 2021. La citta’ della costa egea fu colpita da un sisma di grado 6,6 che fece 117 vittime. Stavolta pero’ la Turchia si trova dinanzi a una catastrofe di portata ben diversa e l’organizzatissimia macchina dell’Afad, che ha estratto piu’ di 6 mila persone nella giornata di oggi, potrebbe non bastare.

    Erdogan ha specificato di aver ricevuto proposte di aiuto da 45 Paesi al di fuori della Nato e dell’Unione Europea. La Germania e’ stata la prima ad offrire aiuto, ma non sono mancati all’appello gli eterni amici-nemici della Grecia, cosi’ come e’ arrivata la telefonata del presidente francese Emmanuel Macron, i cui rapporti con Erdogan sono spesso problematici e del presidente israeliano Isaac Herzog, con cui invece Erdogan ha ricucito nel corso del 2022.

     Telefonate ad Erdogan anche da Zelensky e Putin

    Sopratutto pero’ non sono mancate le telefonate del presidente ucraino Volodimir Zelensky e del leader russo Vladimir Putin. Inevitabile che un certo coordinamento scatti proprio tra Russia e Turchia.

    Il sisma ha infatti generato una catastrofe che riguarda il confine tra Siria e Turchia, la stessa area rispetto a cui Erdogan e Putin hanno raggiunto diverse intese negli ultimi anni, un territorio in cui giacciono due enclave sotto il controllo di Ankara.

    La Croce Rossa turca gestisce anche dei campi profughi e ospedali nella provincia del nord ovest siriano di Idlib. Mosca e’ da anni essenziale per mantenere in piedi il regime di Damasco e ha gia’ inviato squadre di soccorso e aiuti in Siria e l’intervento russo sara’ probabilmente coordinato con quello turco.


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