Cronaca Giudiziaria

Camorra, la mamma di Raffaele Pisa: “Contenta per l’ergastolo ma nessuno mi darà il mio Lello”

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“Sono soddisfatta della sentenza ma nessuno mi darà indietro mio figlio. La condanna all'ergastolo l'ho avuto io già da sei anni, da quando mi hanno ucciso il mio Lello. Ora è toccata a loro. Poi dovranno comparire un giorno davanti alla giustizia divina”.

E' ancora turbata e la voce rotta dal pianto Anna Ostetrico, la madre di ucciso il 13 dicembre 2016 in via Giorgio De Grassi a per un semplice sospetto

I giudici della Terza sezione della Corte d'assise di hanno condannato all'ergastolo i due presunti killer: si tratta di Vitale Perfetto, conosciuto come “piett e fierr” ex reggente del Marfella, e Maurizio Legnante ‘o taleban, libero da qualche mese.

“Una sentenza che fa giustizia”, ha spiegato Anna Ostetrico oggi, e che ieri è stata colta da una crisi di pianto liberatorio alla lettura del dispositivo di sentenza da parte del presidente della terza sezione d'Assise di Napoli.

“Voglio ringraziare il nostro avvocato Concetta Vernazzaro che mi ha sempre sostenuto in questa battaglia di verità ma anche i magistrati per come hanno condotto il processo. Ora voglio solo che Lello riposi in pace dopo questa sentenza. E anche io mi sento più serena perchè ho reso giustizia a una vittima innocente. Il mio Lello era estraneo alla e non meritava di morire ammazzato come un boss”, ha concluso Anna Ostetrico.

 La soddisfazione l'amarezza di Anna Ostetrico mamma di Raffaele Pisa

Il ragazzo estraneo ai fatti di camorra fu ucciso mentre si trovava all'esterno di un circolo privato. Tanto che il fratello Gianluca, più volte ha fatto sapere che Raffaele sarebbe stato ucciso al suo posto.

E che era stato fermato in strada da affiliati del (tra cui proprio Maurizio Legnante), che lo avevano minacciato perchè credevano che gestisse una piazza di spaccio per conto suo.

Oltre alle indagini della Squadra Mobile di Napoli a fare luce sull'omicidio di Raffaele Pisa ci hanno pensato i numerosi pentiti che hanno anche confermato nel corso del processo le loro accuse nei confronti dei due condannati, anche se a più riprese gli avvocati di Legnante e Perfetto hanno tentato a più riprese di fare passare le loro dichiarazioni come inattendibili.

 


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