Foto di repertorio
Con i 190 licenziamenti “solo” rinviati di un mese, “non c’è tempo da perdere” per i lavoratori dello stabilimento di Marcianise della multinazionale Jabil, che da un lato proseguono lo stato di agitazione con scioperi a scacchiera di un’ora per turno, dall’altro chiedono al Ministero per il Made in Italy che li ha convocati per la settimana del 13 febbraio, tramite i loro rappresentanti sindacali aziendali (Rsu) e quelli nazionali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm e Failms, di anticipare la riunione, almeno alla prossima settimana, che parte il sei febbraio.
“L’ulteriore proroga della cassa integrazione – si legge in una nota della Rsu – deve servire a trovare soluzioni alternative ai licenziamenti, ecco perché ci destabilizza non poco la già calendarizzata data di un incontro ministeriale da tenersi nella settimana del 13 febbraio”. “Riteniamo – aggiungono i delegati sindacali interni all’azienda – di aver bisogno di tempo utile per approfondire soluzioni che, di concerto con il Ministero, potranno emergere nei diversi tavoli. Non vorremmo ritrovarci a discutere di argomenti così importanti per la salvaguardia del sito di Marcianise negli ultimi dieci giorni.
I lavoratori e le loro famiglie sono ormai esasperati, vivendo da anni in un clima di incertezza sul proprio futuro”. “Non permetteremo – dice Mauro Musella, dipendente Jabil e delegato Uilm – che la comunità dei lavoratori si disgreghi nonostante le stanchezze e le sfiducie. Il risultato arriverà soltanto restando uniti.”
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