Morto Niccolò Ghedini, storico avvocato di Berlusconi

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Niccolò Ghedini era malato da tempo e ha lottato fino alla fine. Tant’è che due settimane fa, ricordano gli azzurri che gli sono stati più vicini, aveva partecipato a una riunione di Forza Italia via zoom.

Niccolò Ghedini, classe ’59, nato a Padova 63 anni fa, soffriva, riferiscono, di una grave forma di leucemia, per la quale avevano cercato di curarlo anche con terapie avanzate. Si è spento oggi all’ospedale San Raffaele di Milano. Era l’avvocato storico di Silvio Berlusconi, uno dei fedelissimi del leader forzista, anche consigliere politico, oltre che penalista di fiducia, sempre al fianco del Cav in vent’anni di processi, a cominciare dallo scandalo delle Olgettine e dal caso Ruby.

Senatore di Fi dal 2018, ha debuttato in Parlamento nel 2001: è stato deputato fino al 2006 e dal 2008 al 2013. Laureato in Giurisprudenza a Ferrara, Ghedini ha svolto la professione forense dal 1985, lavorando nello studio legale del padre Giuseppe. Molto riservato, parlava raramente con i giornalisti.



    Più facilmente attraverso comunicati stampa. Ha esordito come penalista nel ruolo di assistente di Piero Longo: il suo primo impegno in aula fu al processo sui delitti di Ludwig (uno dei due serial killer, Marco Fur­lan, alla sbarra insieme a Wolfgang Abel, è stato il suo primo assistito).

    L’ultimogenito di casa, proviene da una famiglia dell’alta borghesia padovana, Ghedini ha tre sorelle: due di loro, Nicoletta e Luisa Ippolita, hanno intrapreso la via paterna specializzandosi come avvocati civilisti. La terza sorella maggiore, Francesca, è archeologa. Ghedini ha sposato Monica Merotto e dalla moglie ha avuto un figlio, Giuseppe, come il nonno paterno scomparso quando l’avvocato era appena tredicenne.

    Il primo messaggio di cordoglio è arrivato da Berlusconi, che con un post sulla pagina Facebook lo ricorda con parole commosse: ”Ci ha lasciato il nostro Niccolò. Non ci sembra possibile ma purtroppo è così. Il nostro dolore è grande, immenso, quasi non possiamo crederci: tre giorni fa abbiamo lavorato ancora insieme. Ci mancherai immensamente, e ci domandiamo come potremo fare senza di te. Addio, ciao. Per noi sei sempre qui, tra noi, nei nostri cuori”.



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