Quali sono i piani per la revisione del mercato dei casinò online e del gioco d’azzardo?

Cosa sta succedendo nel mercato d’azzardo? Sono diverse infatti le voci secondo cui il Ministro dell’Economia e delle Finanze stia pensando di riformare leggermente questo settore.
Con questo articolo vogliamo cercare di fare chiarezza, su una delle tematiche che sempre attira molta attenzione nei lettori.
Per chi non lo sapesse infatti, l’Italia è uno dei Paesi che produce più fatturato in termini di spesa per il gioco d’azzardo online; un cambiamento potrebbe completamente stravolgere queste statistiche, nonché l’intera percezione circa il mondo dei casinò online e dei siti di scommesse sportive.
Con l’attuale crisi di Governo non sappiamo se questa sarà comunque una delle priorità del Governo italiano, ma andiamo a scoprire tutti i possibili scenari.

I punti chiave proposti dal Ministro su questa eventuale revisione

Il mercato del gioco d’azzardo, compreso quindi quello dei casino online, potrebbe subire un leggero scossone. Questo è quello che infatti si può apprendere stando alle ultime indiscrezioni che ci arrivano dal Palazzo del Governo.

Daniele Franco, Ministro dell’Economia e delle Finanze, avrebbe infatti proposto, a Febbraio 2022, alla Camera un documento iniziale, con attenzione rivolta al mondo del gioco d’azzardo online.
3 sono i punti chiave sui quali il Ministro ha voluto porre l’attenzione:

  1. Ridurre al minimo i casi di giocatori problematici
  2. Cercare di porre fine alle attività illegali e del mercato nero
  3. Ottimizzare le entrate fiscali delle imprese autorizzate

Questo piano iniziale menzionava anche la riduzione dei limiti di puntata e di vincita, anche se (ancora oggi) non sappiamo nulla circa le cifre o a quali mercati essi si andrebbero ad applicare.
Un ulteriore punto molto interessante consiste nel fatto che Franco avrebbe proposto di imporre un registro centrale di tutti i giocatori, in modo da poter integrare il programma di Autoesclusione Nazionale in maniera più centrale ed efficace.

Probabile aumento anche dell’imposta sul fatturato derivante dalle scommesse sportive

Un’altra novità, stavolta più concreta, che potrebbe interessare il mercato del gioco d’azzardo in Italia consiste nell’aumento dell’imposta sul fatturato derivante dalle scommesse sportive.

Nel 2020 infatti, al fine di provvedere aiuti allo sport durante la situazione di emergenza sanitaria, il Governo aveva introdotto un’imposta dello 0.5% sul fatturato delle scommesse sportive.
Più di recente, il Sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali, avrebbe iniziato a fare pressioni sull’aumento definitivo di questa imposta, volendola far salire all’1% per sempre.

La proposta sembra aver fatto alzare le orecchie di diversi economisti al Governo, dal momento che la Vezzali è riuscita a guadagnarsi un incontro per esaminare la sua proposta con i rappresentanti del Tesoro italiano, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, meglio conosciuta come ADM, che regola il gioco d’azzardo, i Ministeri dello Sviluppo Economico, della Politica del Lavoro, della Commissione delle finanze e dell’Agenzia delle Entrate.

Secondo alcune stime, un aumento definitivo di questa imposta all’1%, garantirebbe un’entrata di circa 160 milioni di Euro, da aggiungere agli ulteriori 500 Milioni derivanti dalle tasse per la vendita al dettaglio (18%) e quelle dell’online (22%).
Nel 2020, quando era stata introdotta questa imposta temporanea dello 0.5%, lo Stato è riuscito a raccogliere ben 90 Milioni di Euro.

soldi

Che cosa cambierebbe per gli scommettitori?

In poche parole: poco o nulla. Come abbiamo visto una di queste proposte andrebbe a “colpire” direttamente solo il mercato gioco d’azzardo italia, e non gli scommettitori, mentre la proposta di Franco andrebbe in qualche modo a limitare la quantità di denaro e di vincite che gli scommettitori potrebbero puntare ed ottenere.

Ad ogni modo, secondo gli Operatori di gioco d’azzardo online in Italia, licenziati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’incremento dell’imposta definitiva all’1% sul fatturato derivante dalle scommesse sportive porterebbe ad un calo delle entrate dal 10 al 20%. Di conseguenza, per rimediare, i bookmakers dovranno proporre quote e prezzi meno favorevoli per gli scommettitori, spingendoli così involontariamente a preferire i siti illegali e del mercato nero, piuttosto che quelli ufficialmente regolamentati.

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