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Omicidio ambulante, il salernitano prova a chiedere scusa

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Dal carcere fa sapere di essere dispiaciuto mentre il suo avvocato si prepara già a chiedere la perizia psichiatrica.

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E’ già cambiato lo scenario che vede come protagonista il 32 di origini salernitane Fabrizio Ferlazzo e la sua vittima il venditore ambulante nigeriano 39enne Alika Ogorchukwuch. Inseguito e ucciso a mani nude nel pieno centro di Civitanova Marche, pestato e schiacciato a terra per tre quattro minuti fino alla morte come George Floyd nel 2020 a Minneapolis.

Fabrizio Ferlazzo dal carcere prova a chiedere scusa, dopo aver mentito sulle circostanze del pestaggio al momento dell’arresto, e per il quale i legali stanno valutando se chiedere la perizia psichiatrica. Pare che abbia piccoli precedenti e problemi di instabilita’ mentale.

Cosi’ e’ stato ucciso il venditore ambulante nigeriano 39enne Alika Ogorchukwuch – un uomo tranquillo che aveva appena ottenuto il rinnovo del permesso di soggiorno, claudicante per aver subito un investimento – nel pomeriggio di ieri lungo Corso Umberto, senza che nessuno dei passanti abbia mosso un dito.

“Ora voglio solo giustizia per mio marito” ha detto piangendo Charity Oriachi, la moglie di Alika rimasta sola con il loro bambino di otto anni, durante la protesta della comunita’ nigeriana raccoltasi sul luogo dell’omicidio.

Lunedi’ il fermato comparira’ davanti al gip. Contro di lui le tante immagine che riprendono il pestaggio e il racconto di due turiste: ‘il cittadino nigeriano chiedeva l’elemosina poi si e’ allontanato, lui lo ha inseguito, picchiato col bastone e poi a mani nude’. Un film dell’orrore di 4 minuti.

E’ sull’assordante indifferenza che insieme alla violenza ha tolto la vita ad Alika- l’autopsia stabilira’ se e’ morto per asfissia o soffocamento, ipotesi emerse dalle immagini della videosorveglianza acquisite dalla polizia – che puntano il dito le reazioni all’ omicidio efferato.

Doveva essere un presidio per ricordare la vittima, ma si e’ trasformato in una vera e propria protesta anche con un blocco del traffico, fatto a piu’ riprese. La comunita’ nigeriana e’ scesa in strada questa mattina, a Civitanova Marche, manifestando la rabbia per la morte del loro connazionale, Alika Ogorchukwu.

Lungo corso Umberto I, il luogo dove si e’ consumato l’omicidio, un centinaio di persone gridava “giustizia, giustizia” esibendo una foto del morto e una della violenta aggressione subita. Insieme a loro c’erano anche la moglie della vittima, con il loro bambino, e una nipotina, oltre a diversi cittadini italiani. Alcuni nigeriani se la sono presa con il leader della Lega Matteo Salvini e la sua battaglia contro gli immigrati.

“Esci fuori, Salvini – gridavano – esci fuori adesso, tu che non vuoi gli immigrati, esci fuori, esci fuori”. La zona e’ stata presidiata dalla polizia per tutta la durata della manifestazione che non era stata autorizzata ed e’ nata in maniera spontanea. I manifestanti hanno bloccato il traffico lungo il corso e non hanno fatto passare nemmeno i vigili del fuoco in sirena.

Per consentire il passaggio dei mezzi in emergenza e’ dovuta intervenire la polizia. Momenti di tensione quando due persone, a piedi, hanno inveito contro la protesta. L’onda della folla li ha rincorsi, qualcuno ha gridato “razzisti”. Dai manifestanti anche rabbia per l’ “indifferenza della cittadinanza”, Una delegazione di nigeriani e Charity sono stati ricevuti dal sindaco Fabrizio Ciarapica che si e’ offerto, come Comune, di pagare il funerale di Alika.

@RIPRODUZIONE RISERVATA


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