Carcere di Poggioreale, i sindacati: “Abbandonati dalle Istituzioni”

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Il più grande istituto d’Europa, il Salvia di Poggioreale, è stato dimenticato dalle Istituzioni. Questo è ormai all’ordine del giorno.

Una politica sorda e disattenta alle tante criticità segnalate più volte dalle OO.SS. ed in special modo dal segretario regionale Campania AS.P.PE confederata CON.SI.PE sig. Castaldo Luigi che da tempo lancia messaggi di aiuto in favore delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, una realtà al collasso, basti pensare al sovraffollamento carcerario oltre 2200 detenuti per una capacità tollerabile di 1590 posti, basta sapere che su 910 circa poliziotti penitenziari previsti, ve ne sono in servizio poco più di 700, con un ammanco di oltre 200 unità e quindi cosa succede?

Succede che un solo poliziotto penitenziario è costretto a ricoprire più posti di servizio, succede che il personale di Polizia Penitenziaria non riesca a smaltire il congedo ordinario e pertanto si ha un arretrato di oltre 30.000 giornate di c.o., tutto quanto rende il contesto lavorativo a dir poco esplosivo a limite del collasso, visto il forte scompenso tra doveri e diritti soggettivi messi in discussione.



    Per Castaldo Luigi segretario regionale Campania AS.P.PE. del CON.SI.PE urge un intervento tempestivo dell’Amministrazione Penitenziaria affinché ci sia un corposo incremento di personale di Polizia Penitenziaria ed allo stesso tempo ci sia uno sfollamento massiccio di detenuti dal Salvia, istituto penitenziario partenopeo messo in ginocchio dallo stato di abbandono di una Politica distratta e sorda.

    Per Claudio Marcangeli segretario nazionale AS.P.PE confederato CON.SI.PE: il sistema penitenziario italiano rischia il collasso se non vengono adottate le giuste misure che mettano in sicurezza la vita di tutti, purtroppo l’immagine del Corpo di Polizia Penitenziaria in questi ultimi tempi sta subendo gravi attacchi che stanno mettendo in discussione il prestigio e l’efficienza di un Corpo dello Stato com’è quello dei poliziotti penitenziari che purtroppo sono in prima linea a far fronte alle tante criticità che tante volte sono state segnalate alle Istituzioni, ma purtroppo a tutt’oggi ancora non risolte concretamente.

    Concludono i due sindacalisti: ci si chiede come si possa parlare di trattamento e rieducazione visto quanto sta accadendo in molti penitenziari del territorio, e poi, non vorremmo che ci sia una manovra occulta come asserito da un illustre magistrato contro le mafie come il dott. Gratteri che, mette in gioco l’operato di un Corpo dello Stato com’è quello della Polizia Penitenziaria, il tutto renderebbe nullo il mandato istituzionale previsto dalla L.395/90 e penalizzerebbe l’operato di circa 40.000 poliziotti penitenziari che ogni giorno con alto senso del dovere e forte spirito di Corpo si impegnano con tanto sacrificio nel mantenere la sicurezza nelle carceri per la tutela dell’interesse collettivo.



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