L’America piange i 6 morti della strage del giorno dell’Indipendenza

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In America una strage insanguina il 4 luglio, il Giorno dell’Indipendenza, forse la festa nazionale più sentita in USA.

Sei persone sono rimaste uccise e una ventina ferite. Il giovane sospettato di aver sparato, Robert E. “Bobby” Crimo III, è stato catturato diverse ore, a una decina di chilometri dal luogo della strage, dopo una massiccia caccia all’uomo: un agente ha individuato la sua auto e l’ha costretta a fermarsi dopo un breve inseguimento.

Nel video girato da un passante, si vede Crimo che scende con le mani in aria e si sdraia a terra. Le motivazioni del gesto non sono chiare. Ma i video caricati on-line che lo riguardano mostrano immagini violente e inquietanti, che fanno allusioni a teorie complottiste e collegate alla estrema destra americana.



    Figura molto esile, la barbetta a chiazze e tatuaggi sul viso e sul collo, di cui uno sopra il sopracciglio sinistro con la scritta “Awake”, lo pseudonimo che utilizzava quando pubblicava canzoni rap online, il giovane compare, nelle foto apparse on-line, anche a manifestazioni pro-Trump, anche se non è chiaro se fosse un sostenitore del tycoon.

    Di sicuro chi ha sparato ha usato un fucile ad alta potenza, appostato su un tetto, prendendo la mira a caso sulle persone che partecipavano alla parata di Highland Park, una località a una quarantina di chilometri di Chicago. Cinque persone sono morte sul posto, tutti adulti, un altro è deceduto in ospedale.

    Tutti i feriti hanno un’età compresa tra gli 8 e gli 85 anni, circa “quattro o cinque” di loro sono bambini. La gravità delle loro ferite, alcune provocate dalla calca nella fuga, è variabile: diversi sono già stati dimessi, ma qualcuno è gravissimo, ha spiegato Brigham Temple dell’Highland Park Hospital.

    Intanto cominciano ad emergere i nomi di chi è rimasto ucciso: per esempio Nicholas Toledo, 78 anni, un nonno che partecipava alla parata con tutti i parenti e che in realtà non avrebbe dovuto essere presente ma che era stato portato, in sedia a rotelle, perché aveva bisogno di costante aiuto e nessuno voleva rimanere a casa ad occuparsene.

    Il presidente, Joe Biden, ha subito parlato al Paese, all’esterno della Casa Bianca: affiancato dalla moglie Jill, ha ammesso che questo 4 luglio cade in un momento critico, in cui ci possono essere “ragioni per pensare che questo Paese stia arretrando”.

    “So che può essere estenuante e inquietante, ma supereremo tutto questo. Non c’è nulla di garantito nella nostra democrazia, nulla di garantito nel nostro modo di vivere”, ha riconosciuto. Ma ha aggiunto “un appello affinché’ l’America vada avanti con coraggio e senza paura”. La festa del 4 luglio commemora l’adozione della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, il 4 luglio del 1776, quando le Tredici colonie si distaccarono dalla Gran Bretagna.

    Una festa molto sentita, celebrata con feste, parate, barbecue e picnic: stavolta ha lasciato un senso di sconcerto e ripiombato il Paese nel panico. La sparatoria arriva poche settimane dopo le stragi di Uvalde, in Texas, e quella in un supermarket di Buffalo, a New York; e una settimana dopo che il Congresso degli Stati Uniti ha approvato una legge bipartisan sul controllo delle armi, forse la più significativa da 30 anni. Ma evidentemente ancora non basta.


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