Arzano, scarcerato il superboss Giuseppe Monfregolo

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Arzano. Città come una polveriera: scarcerato anche il super boss Giuseppe Monfregolo.

Lo Stato abbandona Arzano, arrancano le forze dell’ordine con una situazione sfuggita letteralmente di mano. Dopo le sparatorie, gli omicidi e le estorsioni, è tornato a casa nel rione della 167 e con il solo obbligo di firma anche il boss Giuseppe Monfregolo arrestato nel 2019 dal Gis dei carabinieri dopo un periodo di latitanza dorata nella città di Afragola.

La scarcerazione, dovuta alla non esecutività della pena comminata in primo grado per estorsione ai danni di alcuni commercianti di Arzano e il suo ritorno ad Arzano (teatro di efferati omicidi e episodi ritorsivi ed estorsivi); potrebbe accelerare la pericolosa recrudescenza criminale che deve registrare anche le scarcerazioni eccellenti di altri due pezzi da 90 del clan Amato-Pagano: si tratta di Salvatore Romano (detto Sasy) e Giosuè Belgiorno (detto il grande).



    Sempre il boss Monfregolo, allora latitante, ed il suo gruppo, così come agli atti anche dell’ultimo scioglimento del comune di Arzano, avrebbe ordinato e partecipato nell’estate del 2018 a due “cortei” notturni di scooter in piazza Cimmino con chiusura della viabilità con esplosione di bombe carta sotto l’abitazione del giornalista Mimmo Rubio (attualmente sotto scorta).

    Vicenda ancora al vaglio della Direzione Distrettuale Antimafia e per la quale si attendono ancora i relativi sviluppi giudiziari. Il giornalista Rubio all’epoca denunciò dalle pagine di Arzano News una festa abusiva del boss Monfregolo nella roccaforte del clan, il rione della 167, con tanto di fuochi seriali-notturni e partecipazione di cantanti neo melodici per festeggiare una familiare, oltre che per il tentativo apertura di un circolo abusivo di scommesse sportive, di riferimento di pregiudicati della zona, in via Roma ad Arzano. Monfregolo, inizialmente (poi assolto), fu accusato anche di una presunta estorsione all’azienda Antica Pelletteria Napoletana e quella ai danni dei fratelli Giuseppe e Ciro Orlando dal 2004 al 2017.

    Con il primo testimone-denunciante poi ucciso in un agguato di stampo camorristico ad Afragola nel 2019. Monfregolo, non sarebbe raro vederlo in giro per Arzano con al seguito i suoi guardaspalle. Ma a pesare di più sarebbe l’assenza di controllo delle varie forze di polizia.

    E su questa vicenda arriva forte la denuncia del senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto. “Alla vigilia della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui parteciperà la ministra dell’Interno Lamorgese apprendiamo la notizia della scarcerazione del boss Giuseppe Monfregolo, esponente di spicco di uno dei clan della camorra dell’area Nord di Napoli, protagonista, in queste ultime settimane, di una violenta controffensiva sui territori a colpi di agguati, attentati incendiari e bombe per riconquistare la leadership delle attività illecite”. Afferma in una nota Ruotolo.

    E poi aggiunge: “L’auspicio è che dalla riunione Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica  giungano risposte ferme e concrete al bisogno di legalità degli abitanti dell’area nord di Napoli”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

    (nella foto da sinistra Giuseppe Monfregolo, Giosuè Belgiorno e Salvatore Romano)


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