Gragnano. Nove anni di reclusione per i fratelli Antonio e Giovanni Carfora, accusati di un agguato avvenuto la notte del 25 maggio 2020 a Gragnano.
Il giudice Maria Luisa Miranda di Napoli ha condannato a nove anni di reclusione i fratelli Antonio e Giovanni Carfora per il tentato omicidio di Salvatore Pennino, incensurato, ritenuto legato a Maurizio Apicella e Ciro Di Lauro, i due killer di camorra che hanno confessato l’omicidio a coltellate di Nicholas Di Martino, nipote del boss ergastolano Nicola Carfora, morto dissanguato, dopo essere stato accoltellato, il 25 maggio 2020, a Gragnano .
Antonio e Giovanni Carfora, a loro volta figli del boss Nicola Carfora detto o fuoco ex spietato killer del clan di Umberto Mario Imparato, difesi dall’avvocato Antonio Di Martino, secondo gli inquirenti della DDA, spararono contro Pennino per vendicare il loro cugino Nicholas, insieme con altri due parenti, Giovanni Amendola e Lello Iovine (difesi dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Alfonso Piscino), parenti dei Carfora, anche loro condannati dal giudice, per lo stesso reato, ma a sette anni e dieci mesi di reclusione.
Il giudice non ha ritenuto sussistenti le aggravanti dei motivi abbietti e futili e l’aggravante di avere commesso il tentato omicidio nottetempo mentre ha riconosciuto la diminuente del risarcimento del danno.
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La Procura di Napoli (sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta) aveva chiesto per tutti 12 anni di reclusione.
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