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‘Lab per un laboratorio irregolare’, in mostra a San Domenico Maggiore

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Otto progetti per otto fotografi, un laboratorio e un maestro.

Apre a Napoli sabato 12 giugno alle ore 17.00 la terza edizione del “LAB per un laboratorio irregolare” a cura di Antonio Biasiucci con la mostra-installazione EPIFANIE/03, presso il Convento di San Domenico Maggior, nell’ambito del Campania Teatro Festival diretto da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, che ha adottato il progetto.

Paolo Covino, Alessandro Gattuso, Valeria Laureano, Laura Nemes-Jeles, Claire Power, Ilaria Sagaria, Giuseppe Vitale e Tommaso Vitiello sono i protagonisti di questa terza edizione che presenta, fino al 10 luglio, complessivamente oltre 150 opere fotografiche.

Otto progetti di otto giovani fotografi che nascono dall’incontro con Antonio Biasiucci: ancora una volta il maestro ha portato avanti in questi ultimi due anni il percorso per giovani artisti, completamente gratuito, in cui esprime l’esigenza di trasmettere un metodo di costante approfondimento e critica del proprio lavoro. Anche nel difficile anno della pandemia, Biasiucci ha seguito gli allievi, in un costante confronto, guidando ognuno di loro nella produzione di un progetto di ricerca personale per assimilare un processo, un criterio, per arrivare a conquistare un proprio sentire, una propria autentica visione delle cose della vita.

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Gli autori della terza edizione del LAB hanno raccontato la propria “epifania” (dal greco επιφάνεια, manifestazione, apparizione), realizzando portfolio fortemente diversi tra loro sia per forme che per contenuti. Otto narrazioni, sguardi autonomi, progetti eterogenei guidati da un unico metodo.

Il lavoro di Paolo Covino dal titolo “Altari” nasce dall’esigenza di riallacciarsi alle proprie origini, di ritrovare un territorio, il Sannio e l’Irpinia, e le persone che lo abitano, custodi di una memoria in disfacimento.

In “Cosmi”, Alessandro Gattuso indaga il tema del genere e dell’identità, in un confronto intimo e diretto con i soggetti ritratti.

Cosmi di Alessandro Gattuso, foto comunicato stampa

Per “Amalìa”, Valeria Laureano si ispira a una storia vera che vede protagonista Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio, donna serial killer degli inizi del ‘900: un’esplorazione dell’universo femminile complesso e misterioso, che nella sua indecifrabilità, attrae e respinge.

Laura Nemes-Jeles in “Grazia” affronta il tema della famiglia, attraverso l’esperienza vissuta della sorella autistica, diventata per tutti misura esistenziale.

Nel lavoro “La Montagna”, Claire Power evoca la fragilità dell’onnipotenza umana di fronte allo “sterminator Vesevo”, come cantava Leopardi, e richiama la potenziale catastrofe che soggiace alla vita tellurica dei suoi abitanti, sempre sull’orlo della dissolvenza.

“Piena di grazia” di Ilaria Sagaria è il racconto di una storia dimenticata o mai raccontata, storia di carne, espiazione, paure, sussurri e tormento in cui corpi femminei, nudi e crudi, si muovono nell’ombra dentro spazi indefiniti che sembrano suggerire un’altra realtà.

Dal dolore per la perdita del padre, nasce “Apnea”, il lavoro di Giuseppe Vitale che riconduce nel grembo materno, in una dimensione ancestrale e ultraterrena fino a guardarsi dentro riscoprendo la propria natura.

Nella serie “Archèo” Tommaso Vitiello indaga il valore delle cose, attraverso storie interrotte di mondi ormai fermi di cui restano solo i reperti, le tracce di un vissuto domestico passato, avvolto nel silenzio.

Il catalogo Epifanie/03, a cura di Alessandro Leone, è arricchito dai testi critici di Antonio Biasiucci, Goffredo Fofi, Giovanni Francesco Frascino, Stefano De Matteis, e Alessandra Troncone ed è edito da Giannini Editore.


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