Scoppia il caso Fedez al Concertone del Primo Maggio

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Fedez sul palco del Primo Maggio, in diretta televisiva, attacca il senatore leghista Ostellari, reo di osteggiare il Ddl Zan, e tutta la Lega.

In un attimo scoppia il caso politico. Il rapper al tradizionale Concertone si fa portavoce del disegno di legge contro le discriminazioni di genere. Nel suo monologo spiega che “Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, che è stato già approvato alla Camera come Ddl Zan può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza”. Poi Fedez ha ricordato una serie di dichiarazioni che nel corso degli ultimi anni sono state rese da esponenti leghisti. Il cantante ha anche sottolineato che la Rai aveva provato a censurare il suo intervento. Il clima era caldo ancor prima dell’esibizione di Fedez.

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Matteo Salvini si era augurato apertamente che non ci fossero comizi di sinistra. “Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, sarebbero fuori luogo”, ha detto il segretario del Carroccio. Anche in questo caso, pronta la risposta di Fedez: “Vado gratis e pago i miei collaboratori che non lavorano da un anno”, specificando che si assumeva “ogni responsabilità” sul suo monologo e rivendicando la libertà di espressione di un artista sul palco. Dopo l’intervento del cantante, Salvini ha replicato a Fedez su Facebook: “Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. E’ già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. E’ già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti”.



    Poi Viale Mazzini ha prima smentito con una nota di Rai3 condivisa dall’ad Fabrizio Salini, poi il presidente Marcello Foa ha a sua volta spiegato in un comunicato che il testo del monologo non era stato sottoposto alla sua approvazione come è consuetudine. Fedez nella tarda serata ha pubblicato un video su Twitter in cui riprende una telefonata con la vice direttrice di Rai3 e con i suoi collaboratori. Salvini ha commentato: “Un cantante di sinistra litiga coi vertici Rai di sinistra. Così è. L’Italia se ne farà una ragione”. Il funzionario Rai spiega a Fedez che “non è editorialmente opportuno in quel contesto…”, il rapper argomenta: “Editorialmente? Io sono un artista, io salgo sul palco e dico quello che voglio e mi assumo le responsabilità di ciò che dico. Le asserzioni che riporto nel mio testo sono consiglieri leghisti che dicono ‘se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno´, perché non posso dire che un consigliere leghista in pubblica piazza ha detto che un figlio gay lo brucerebbe nel forno? Perché non posso dirlo?”.

    Fabrizio Marrazzo Portavoce Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale, ha spiegato: “La telefonata dei dirigenti di Rai 3 a Fedez è sconcertante, intervenga la Vigilanza Rai contro la censura, i diritti civili ed il rispetto per le persone Lgbt non sono mai inopportuni – dichiara – quanto accaduto dimostra che la politica deve essere lontana dalla Rai, chiediamo che venga fatta piena luce e verificati quanti altri episodi simili sono accaduti e non ne siamo a conoscenza. Piena solidarietà a Fedez”. Il deputato Pd Alessandro Zan, primo firmatario del disegno di legge contro l’omotransfobia, scrive su Twitter: “Il coraggio di Fedez al Concertone dà voce a tutte quelle persone che ancora subiscono violenze e discriminazioni per ciò che sono. Il Senato abbia lo stesso coraggio ad approvare subito una legge per cui l’Italia non può più attendere. Grazie Fedez #1maggio”.


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