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Lavoro, la Fim: ‘In Campania le vertenze non aspettano la fine della crisi di governo’

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In Campania le vertenze non aspettano che passi la crisi di governo, altrimenti i lavoratori ancora una volta pagheranno il prezzo della instabilità politica.

Lo dice il segretario generale della Fim-Cisl Campania, Raffaele Apetino. “La Campania, come d’altronde tutto il paese Italia, da oltre un anno è stretta nella morsa della pandemia e delle crisi industriali e l’unica cosa che in questo momento delicato la politica doveva evitare era una crisi di governo ed è accaduta – afferma – bisogna fare presto. Sono mesi, anzi anni, che il tessuto industriale metalmeccanico campano vive un forte ridimensionamento e che oggi per effetto della pandemia si è acutizzato ancora di più.

A rischio ci sono migliaia di posti di lavoro non solo della grande industria ma anche delle piccolemedie imprese, lavoratori in carne e ossa che insieme alle loro famiglie vedono allontanare sempre di più il proprio posto di lavoro, a cui si aggiungono tanti altri, bloccati nel guado della cassa integrazione. Un quadro occupazionale in forte sofferenza arginato fortunatamente per il momento del blocco dei licenziamenti che se non prorogati il 31 marzo rischierà una emorragia di posti di lavoro”.

Dalla Whirlpool di Napoli alla Meridbulloni di Castellammare di Stabia, alla Maccaferri di Salerno, passando per la Jabil di Caserta fino ad arrivare alla Iribus di Avellino, sono solo alcune delle complicate vertenze che da anni non trovano una “giusta soluzione che permetta ai lavoratori e alle loro famiglie di guardare al futuro con occhi diversi – aggiunge – invece assistiamo per la terza volta nel giro di 30 mesi all’ennesima crisi di governo che non fa altro che confermare a chiunque voglia investire o mantenere i propri insediamenti industriali in Italia e magari in Campania, che forse è meglio andare verso altre rive”.


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