Il Barcellona guida Money League, la Juve nella Top Ten. Il Napoli 19esimo

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Il Barcellona guida Money League, la Juve nella Top Ten. Il Napoli 19esimo

Barcellona davanti a Real Madrid e Bayern Monaco della Money League, Juventus nella top ten. Il Napoli, al 19° posto della Money League, ha registrato un fatturato pari 176,3 milioni, in flessione del -15% rispetto al 2019.

Ma i club devono fare i conti con le conseguenze dell’emergenza Covid. Secondo la 24esima edizione della Football Money League, pubblicata dallo Sports Business Group di Deloitte, i top 20 club per fatturato del calcio mondiale perderanno oltre 2 miliardi di euro di ricavi entro la fine della stagione 2020/21. Quest’anno il report analizza l’andamento dei ricavi dei principali club del calcio mondiale in un contesto economico e sociale fortemente condizionato dalla pandemia. Come emerso dalla Football Money League 2021, la industry del calcio sta vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia, a causa di una molteplicità di fattori: l’assenza dei tifosi dagli stadi, il rinvio e la cancellazione delle partite, gli sconti concessi ai broadcaster e la necessità di soddisfare i partner commerciali.

I club della top 20 hanno generato un totale di 8,2 miliardi di euro di ricavi, in calo del -12% rispetto alla stagione 2018/19. Una contrazione di 1,1 miliardi dovuta principalmente a una riduzione di 937 milioni (-23%) dei proventi dei diritti televisivi, a causa del differimento delle entrate e degli sconti concessi ai broadcaster; a un crollo di 257 milioni (-17%) dei ricavi da stadio, solo parzialmente compensati da una crescita dei ricavi commerciali di 105 milioni di euro (+3%). Il fatturato medio generato dai primi 20 club della classifica ammonta a 409 milioni di euro nel 2019/20, segnando una flessione del -12% rispetto al 2018/19; gli sconti ai broadcaster su campionati big five’ (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue 1) e competizioni Uefa, secondo quanto riferito, ammontano a circa 1,2 miliardi di euro, di cui larga parte a carico dei club.



    I ricavi da matchday, da marzo 2020, saranno probabilmente vicini allo zero, poiché sembra ormai improbabile il rientro allo stadio di un numero consistente di tifosi durante la stagione 2020/21. Barcellona (1° a 715,1 milioni di euro) e Real Madrid (2° a 714,9 milioni di euro) restano al vertice della Money League di quest’anno, con un gap di soli 0,2 milioni di euro che è il minore nella storia della Money League. Quello blaugrana è il secondo club della Money League per calo delle entrate in termini assoluti, dopo un anno record (2018/19), quando diventò il primo club a superare la soglia degli 800 milioni di euro ricavi (840,8 milioni di euro). Il calo del fatturato del Real è stato minore. Il club ha registrato un aumento dei ricavi commerciali di 28,1 milioni di euro (+8%), grazie all’estensione di partnership chiave e all’acquisizione del controllo di redditizie attività in-house. Il Bayern (634,1 milioni) campione d’Europa è salito al terzo posto nella Money League, guadagnando di nuovo il podio (l’ultima volta nel 2013/14).

    Il club ha segnato la minor flessione delle entrate (-4%) nella top 10, avendo potuto imputare all’anno finanziario che termina nel 2020 tutte le proprie entrate televisive della Bundesliga. Il Manchester United ha generato ricavi per 580,4 milioni di euro, scivolando al quarto posto, segnando la maggiore contrazione delle entrate annuale della Money League: 131,1 milioni (-19%). Ciò è stato in gran parte dovuto al fatto che i Red Devils non hanno partecipato alla Champions League 2019/20. Pesano anche l’assenza di ricavi da stadio, gli sconti e i differimenti degli introiti dai diritti tv.

    Il Liverpool, invece, è entrato nella top 5 per la prima volta dal 2001/02, con un fatturato di 558,6 milioni di euro. I successi sul campo degli ultimi anni continuano ad alimentare le performance finanziarie, con i benefici associati alla vittoria della Premier League distribuiti sugli anni finanziari che terminano nel 2020 e nel 2021. Manchester City (6 ° – 549,2 milioni), Paris Saint-Germain (7 ° – 540,6 milioni), Chelsea (8 ° 469,7 milioni), Tottenham Hotspur (9 ° – 445,7) e Juventus (10 ° – 397,9 milioni) completano la top ten. I bianconeri registrano un -13% rispetto al 2019, anche se il -36% dei ricavi da matchday è il più grande calo percentuale tra tutti i club della Money League. Anche gli introiti dei diritti Tv registrano una flessione significativa di 41,8 milioni di euro (-20%). I ricavi commerciali dei campioni d’Italia, invece, hanno visto un aumento di 3,3 milioni di euro (+2%), un risultato riconducibile al rinnovo di accordi di sponsorizzazione con il marchio Jeep (esteso fino al 2023/24) e con Adidas (fino al 2026/27). Ciò ha compensato una diminuzione di 12 milioni di euro dalla vendita di merchandising e una diminuzione di 9 milioni di euro in altre attività commerciali relative a campi estivi e visite allo stadio ed al museo, tutti impattati dalla pandemia.

    L’Inter resta al 14° posto con 291,5 mln di ricavi, in calo del -20% rispetto ai 364,6 milioni di euro del 2019. Il Napoli, al 19° posto della Money League, ha registrato un fatturato pari 176,3 milioni, in flessione del -15% rispetto al 2019. Fuori dalla Top 20 il Milan, trentesimo a quota 148 mln di ricavi anche a causa dell’interdizione dalle competizioni Uefa scontata lo scorso anno. Nonostante i disagi causati dalla pandemia Covid-19, Milan e Inter continuano a programmare la riconversione di San Siro e hanno presentato al Consiglio comunale piani finanziari e studi di fattibilità. I club sperano di trasferirsi nel nuovo stadio in tempo per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, una mossa che fornirebbe un significativo ‘boost’ alle capacità dei due club meneghini di generare entrate da matchday e commerciali. La Roma esce dalla top 30, dopo il 16° posto nell’edizione precedente, in gran parte a causa della mancata qualificazione alla Champions League.

    Il report di Deloitte evidenzia come per ripartire dopo la pandemia Covid i club debbano ripensare e riequilibrare i loro modelli di business. In questo senso, il focus sulle competenze digitali è sempre più strategico poiché l’interazione digitale è oggi quasi l’unico strumento su cui i club possono fare leva per coinvolgere tifosi e dipendenti.


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