Covid: in arrivo un test che dirà chi tra i positivi può aggravarsi.
Secondo lo studio pubblicato su Nature Immunology presto ci sarà un test per prevedere chi, fra i positivi, si ammalerà in modo grave. Lo spiega Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto Humanitas di Rozzano e professore emerito all'Humanitas University a Milano, "c'è luce in fondo al tunnel: "Con i colleghi del Papa Giovanni XXIII di Bergamo abbiamo trovato un mattone del sistema immunitario legato alla forma grave della malattia. Può essere individuato con un esame semplice ed economico, un test sierologico che si aggiunge a quelli disponibili. Lo abbiamo provato su circa 150 pazienti da noi e a Bergamo. Livelli elevati di questa proteina sono associati a un altissimo rischio di aggravamento". Il professore in una intervista a Repubblica dice: "Per un medico è importante sapere su chi concentrare l'attenzione. In futuro servirà a dare i farmaci giusti a chi ne può beneficiare di più. Sarà importante identificare i pazienti che possono trarre beneficio da una cura. Andare verso la personalizzazione".
Potrebbe interessarti
Indagine a Milano su Alfonso Signorini: accuse di violenza sessuale ed estorsione
Tragedia di Campobasso, sequestrata farina e cereali nelle case delle vittime: ipotesi veleno per topi
Domenico Sepe incontra Papa Leone XIV e dona un’opera nata dal naufragio di Cutro
Capodanno sicuro, maxi sequestro di botti illegali tra Caserta e Isernia
"Lo abbiamo dato a vari laboratori scientifici, pensiamo di portare avanti la validazione con il San Gerardo di Monza e il San Raffaele di Milano. Non saprei indicare i tempi per lo sviluppo industriale e la messa in commercio. La proteina che abbiamo trovato si chiama Ptx3 e ha una storia interessante, perché è un antenato degli anticorpi. Un suo parente si trova in specie ancestrali come il limulus, creatura con molte centinaia di milioni di anni. I primi anticorpi invece sono apparsi dopo, circa 300 milioni di anni fa. Ptx3 è una scoperta tutta italiana, ci lavoriamo da almeno vent'anni" e "una sua presenza molto alta è indice di una risposta immunitaria non riuscita. Segnala un livello di infiammazione elevato nei polmoni, ma la troviamo in grandi quantità anche nell'endotelio intorno ai coaguli di sangue che tanti danni provocano nel Covid".
REDAZIONE






Scegli il canale social su cui vuoi iscriverti