Cronaca di Napoli

Whirlpool, de Magistris spegne le luci: citta’ in lutto

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“Abbiamo spento le luci perche’ la citta’ e’ in lutto”. Lo ha detto il sindaco su Napoli, Luigi de Magistris, parlando in una piazza Municipio completamente al buio in segno di solidarieta’ ai lavoratori Whirlpool di via Argine.

Una chiusura che – ha affermato il sindaco – “non era ammissibile in line generale e ancor piu’ in questo momento di pandemia. E’ inammissibile non si possa portare a casa con successo una battaglia che e’ di tutta la citta’, che i lavoratori hanno portato avanti con grande dignita’. Stiamo parlando – ha ricordato – di 400 dipendenti, 400 famiglie e 1000 dell’indotto”. “Si e’ appena concluso un incontro sull’emergenza dello stabilimento napoletano della Whirlpool tra il Partito Democratico di Napoli, la segreteria nazionale del PD, rappresentata dal coordinatore nazionale dell’Iniziativa politica Nicola Oddati e dal responsabile Lavoro Marco Miccoli, il responsabile del dipartimento Crisi industriali, Carlo Guccione, l’assessore regionale Armida Filippelli e il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano”. Lo annuncia un comunicato.

“Siamo tutti estremamente preoccupati per quanto sta avvenendo – dichiara Marco Sarracino, segretario metropolitano del PD Napoli – Il PD chiede innanzitutto alla Regione Campania e al governo nazionale di individuare nel piu’ breve tempo possibile gli strumenti per garantire una copertura economica ai redditi dei lavoratori che da domani affronteranno la chiusura dello stabilimento per una scelta incomprensibile del board americano. E’ bene ricordare che la chiusura non e’ dovuta ad una crisi del settore o dello stabilimento, ma ad una scelta unilaterale della proprieta’, alla quale sia il governo che la Regione Campania hanno avanzato molte ipotesi di soluzione e offerto strumenti di sostegno. Occorre in ogni caso assicurare uno sbocco produttivo e una soluzione rapida per dare continuita’ al presidio di Napoli. E’ impensabile – conclude Sarracino – abbandonare 350 famiglie, specie in un periodo di crisi economica e sociale come questo, e depauperare il tessuto industriale e produttivo di Napoli e del Mezzogiorno”.


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