Torre Annunziata, processo telematico: avvocatura divisa

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Torre Annunziata. Processo telematico: si divide l’avvocatura sulla decisione del presidente del Tribunale. Proroga dei processi urgenti da remoto fino al 30 giugno: la fuga in avanti del Presidente del Tribunale di Torre Annunziata, Ernesto Aghina, con il placet della Camera penale, fa insorgere il Consiglio dell’ordine degli avvocati.

Una crepa nel dialogo tra giudici e avvocati non più celabile quella che si sta consumando in questi giorni nel tribunale di Torre Annunziata. Ma ben più preoccupante è l’atteggiamento della Camera penale che – nonostante a livello nazionale vi siano indicazioni opposte – ha accettato senza batter ciglio la decisione del presidente Aghina.
Il placet della Camera penale alla proroga ha creato non poco malcontento tra gli avvocati che sostengono sia stato scavalcato il ruolo centrale dell’avvocatura e del giusto processo basato sui principi fondamentali dell’oralità immediatezza e contraddittorio, principi – richiamati anche dall’Anm negli ultimi tempi – che il processo via web non garantirebbe alle parti. 


A partire da oggi il presidente Aghina ha disposto che le udienze penali urgenti – direttissime e convalide di arresti – vengano celebrate in via esclusiva via webcam fino al 30 giugno, oltre un mese dal termine previsto dell’11 maggio dopo il primo protocollo della fase emergenziale per il Covid-19. Quindi, se negli altri Tribunali d’Italia e della Campania, si cerca un approccio in sicurezza alla fase 2 dell’emergenza coronavirus, a Torre Annunziata si resterà fermi alla fase 1 fino al 30 giugno. 
Ma oltre alla sostanza (i termini della nuova ordinanza), la decisione del presidente del Tribunale di Torre Annunziata, diventa una questione di forma che in realtà è sostanza nella regolamentazione dei rapporti tra magistratura e avvocatura. 


Aghina, scavalcando il Coa, suo interlocutore istituzionale, ha – dopo aver ottenuto il placet della camera penale – anticipato la sua decisione al presidente della Consiglio dell’ordine degli avvocati, Luisa Liguoro, con una telefonata. A quel punto, consenso o meno, il Coa ha dovuto prendere atto della proroga e attenersi alle disposizioni. I vertici del Coa, sostengono di aver accettato la decisione imbarazzante nei modi e nei tempi per senso di responsabilità e per evitare improduttive contrapposizioni nella classe forense, ma hanno deciso di formalizzare con una lettera indirizzata al presidente Aghina il proprio dissenso e la contraddittorietà del provvedimento. Resta i
mbarazzante la decisione della camera penale di Torre Annunziata di prestare il consenso alla celebrazioni delle udienze urgenti via webcam, nonostante a livello nazionale l’unione delle Camere penali italiane stanno premendo affinché il Governo non trasformi in legge il processo telematico. Il principio è salvaguardare le prerogative del processo penale riaprendo in sicurezza i tribunali. 




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