In due anni “Resto al Sud” in provincia di Caserta ha portato risultati importanti: 396 progetti approvati, 30 milioni di investimenti e 1700 posti di lavoro previsti.Potrebbe interessarti
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L’incontro è stato aperto dal presidente di Confindustria Caserta, Luigi Traettino. “Mai come in questo caso – ha dichiarato – il nome appare quanto mai felice. Restare al Sud, infatti, è una necessità e il compito delle istituzioni e delle forze produttive, a tutti i livelli, è proprio quello di trattenere le migliori energie nel Meridione. La provincia di Caserta dispone della seconda area industriale del Sud Italia ed è una delle più giovani del Paese. Da noi l’emigrazione dei ragazzi verso il Nord e verso l’estero è diventata un’assoluta emergenza”.
L’appuntamento in Confindustria ha visto anche i saluti del Presidente dei Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Caserta, Marco Durazzano, e del Responsabile delle Aree Politiche Regionali e Coesione Territoriale di Confindustria, Francesco Ungaro. Successivamente, c’è stata la relazione di Francesco Izzo, Direttore del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, il quale ha analizzato a fondo la situazione delle start up e dell’imprenditoria giovanile in provincia di Caserta, e gli interventi dei due rappresentanti del mondo bancario, Giuliano Fasulo, Direttore dell’Area Retail di Intesa Sanpaolo, e Roberto Di Nocera, Specialista Sviluppo Affari della Direzione Regionale Centro Sud di Credit Agricole. Al termine dei lavori, dalla platea sono giunte numerose domande ai relatori.
Grazie a “Resto al Sud” è possibile avviare iniziative d’impresa per la produzione di beni nei settori industria e artigianato, per la trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, per la fornitura di servizi alle imprese e alle persone e per il turismo. Sono escluse dal finanziamento le attività agricole e il commercio.
Sono ammissibili le spese per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, per l’acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e programmi informatici e per le principali voci di spesa utili all’avvio dell’attività.
Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo e in un finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi.
Gustavo Gentile



































































