Inter, Conte si lecca ferite ma rilancia. Però Mazzola…

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Sconfitta ma non ridimensionata. L'Inter battuta dalla Juve nel Derby d' è una squadra che ha confermato due aspetti: la strada per arrivare ai livelli della Juve è ancora lunga, il lavoro che sta facendo Antonio Conte si vede e inizia a dare i suoi frutti. Per sessanta e passa minuti, infatti, i nerazzurri hanno giocato sostanzialmente giocato alla pari con i bianconeri, anzi per lunghi tratti l'Inter ha anche costretto gli avversari sulla difensiva. Una partita che poteva finire anche diversamente, ad esempio se fosse entrato in rete il tiro di Vecino deviato da De Ligt. A venti minuti dalla fine, però, Maurizio Sarri ha tirato fuori il coniglio dal cilindro sotto forma di Gonzalo Higuain e il Pipita ha deciso la contesa. Ecco, la prima sostanziale differenza fra le due squadre: la rosa. Mentre la Juve può prendersi il lusso di lasciare in panchina a turno uno fra Dybala e Higuain, fare a meno dell'infortunato Douglas Costa senza dimenticare i vari Ramsey e Rabiot, nell'Inter il povero Conte ha dovuto mandare in campo un Lukaku chiaramente non al meglio della condizione. Il gigante belga ha pagato probabilmente una preparazione accelerata (visto il ritardo con cui è arrivato dal Manchester) e per noie muscolari ha dovuto saltare anche il Barcellona. Il problema per Conte è che in panchina una vera alternativa al belga non c'è. Alexis Sanchez (ieri squalificato) è più simile a Lautaro (ieri fra i migliori). Ecco perchè ha ragione Conte a frenare gli entusiasmi, forse eccessivi, dopo le prime sei partite vinte. “Alla Juve dove peschi, peschi bene. Bisogna riconoscere e dare i meriti a quello che è stato costruito in questi 8 anni, se la Juve è arrivata a prendere un campione come Ronaldo tanto di cappello”, ha detto Conte. “Noi stiamo cercando di costruire, ma di fronte abbiamo un grattacielo. Noi dobbiamo essere visionari e capire che dietro al grattacielo dobbiamo trovare la luce”, ha aggiunto Conte. Sulla stessa linea del tecnico nerazzurro è l'ex patron e grande tifoso Massimo Moratti: “L'Inter può aspirare al titolo ma l'avversario mi sembra notevolmente forte”. In molti sono convinti che il top player l'Inter ce l'ha in panchina e di questo è convinto anche Moratti: “Per vincere serve avere una squadra forte, ma l'allenatore è molto importante e mi sembra che i giocatori lo seguono. Conte è un buon colpo”. Sempre secondo Moratti, con Conte “l'Inter sta iniziando ad avere una squadra su cui costruire. Penso che con qualche altro acquisto giusto possa diventare fortissima per iniziare un ciclo fortunatissimo”. Per quanto riguarda le individualità, Moratti ha detto: “Lukaku deve ancora adattarsi al gioco italiano, ha caratteristiche diverse da Higuain e non possono essere paragonati. Credo abbia bisogno di tempo. Barella e Sensi sono due giocatori fortissimi, vivaci e che hanno cambiato il gioco dell'Inter”.

“Conte? Abbiamo fatto bene a toglierlo alla Juve, pero' non mi convince…”. Ospite di ‘Un Giorno da Pecora' (Rai Radio1) Sandro Mazzola, bandiera interista, ha parlato dell'allenatore nerazzurro, commentando la sconfitta contro la Juventus. “Quando parla mi sembra parli ancora con gli juventini invece che con i nostri – ha detto di Antonio Conte – perche' si nasce juventini come si nasce interisti, e' difficile cambiare”. E' Conte continua ad esser bianconero? “Si', non c'e' niente da fare, e' una cosa che ha dentro proprio”. Questa sensazione, secondo Mazzola, l'allenatore la trasmette “anche da come guarda la partita. Vorrebbe parlare come da juventino, poi si accorge che e' all'Inter e parla da interista”. Protestando con gli arbitri come quando era alla Juve…? “Come avete fatto ad indovinare? Alla Juve gli bastava alzare le mani e guardare l'arbitro per avere un rigore qui. Qui invece no”. E alla domanda se ieri l'arbitro avrebbe favorito la Juventus, Mazzola ha risposto: “Cavoli, come sempre, anche ieri”. A questa Inter manca Icardi? “Manca, mi piaceva molto. Lo preferisco a Lukaku”.



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