Giffoni Sei Casali. Le ruspe abbattono un complesso turistico in costruzione che non doveva andare giù. Solo dopo 12 anni i tecnici del Comune riconoscono la legittimità dell’intervento edilizio realizzato che, nel frattempo, è stato parzialmente demolito. È la storia di burocrazia malata del Sud: prima le ruspe che non dovevano partire, poi i soldi che il Comune ci ha rimesso per abbattere, infine il riconoscimento postumo della legittimità di un complesso edilizio di ben undici lotti. Ora ci sono le macerie che seppelliscono relazioni tecniche errate finite sul tavolo della magistratura che, alla fine, ha ordinato la demolizione del manufatto.
I giudici hanno dovuto prendere atto delle illegittimità rilevate dai tecnici e ora clamorosamente disconosciute. Il Comune, su disposizione della magistratura, paga così un abbattimento che non doveva essere eseguito. Un imprenditore ha perso tutto sulla base di un possibile errore o mal interpretazione di legge. Ora potrebbe aspirare ad un maxirisarcimento danni.
Si può riassumere così la vicenda dell’imprenditore edile picentino Giuseppe Noschese che, nel lontano 2002, decise di investire a GiffoniSei Casali, in località Santa Croce, dove realizzò una maestosa struttura che avrebbe ospitato un albergo con sala congressi e ristorante.
Gustavo Gentile
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