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Cinema: Toni Servillo diventa un killer per il graphic novel di Igort

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, Valeria Golino e sono i volti della storia di vendetta, amore e amicizia, ad alta dose di sparatorie, tradimenti e desiderio di una nuova vita in 5 è il numero perfetto, debutto alla regia di Igor Tuveri in arte Igort, grande fumettista/romanziere, che porta sul grande schermo una delle sue cult. Il film, presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Roma, dalle Giornate degli autori, debutta parallelamente anche nelle sale, distribuito da 01 in 320 copie Al centro della storia, fra gangster movie e commedia noir, c'è il ritorno ‘in servizio' di Peppino Lo Cicero (Servillo), killer in pensione che ha insegnato il mestiere al figlio Nino (Lorenzo Lancellotti). Quando il ragazzo viene ucciso in un agguato, il sicario è deciso a farsi giustizia, chiedendo aiuto all'amico fraterno e collega killer, Totò ‘O Macellaio (Buccirosso). Anche Rita, innamorata di Peppino da sempre, si schiera dalla loro parte. In una battaglia dal ritmo incessante e sempre piu' violenta, ambientata in una Napoli piovosa e notturna anni '70, i tre si ritrovano ad affrontare due famiglie criminali. Lo Cicero è “sul finire di una carriera criminale che crede di avere la coscienza a posto. Un'illusione dalla quale si deve liberare quando per tornare a quello che è stato ed ha a disposizione solo due gambe, due braccia e quella faccia. Sono le cinque cose da cui parte – spiega Servillo -. Nella gabbia di un killer spietato in pensione, c'è la fragilità di un uomo che fa il conto con un bilancio certo non positivo. E' questo che mi è piaciuto del personaggio”. Igort ha avuto per anni offerte da produttori italiani e internazionali di adattamenti della graphic novel (uscita nel 2002 e pubblicata in 15 Paesi), ma “l'altrove dove volevano portare la storia non aveva niente di sorprendente, o non mi piaceva” spiega il neoregista. A convincerlo a dirigere il filmè stato Servillo: “con Toni è nata un'amicizia appena ci siamo conosciuti – dice sorridendo -. Se ho fatto il film, è tutta colpa sua”. Lo stile del fumetto torna nella versione cinematografica: “L'idea che l'immagine sia racconto fa parte del mio dna. Siamo partiti dal non considerare questo un cinefumetto, ma puro cinema”. Nel film non sono solo Buccirosso e Servillo che sparano, ma anche Valeria Golino: “Non è la prima volta che sparo ma gli incidenti capitano solo a me” dice con un sorriso, mentre Igort ricorda che le è caduta su un piede una pistola da oltre un chilo sfuggita a Buccirosso. Igort, “sapeva esattamente sempre quello che voleva e quello che non voleva – aggiunge l'attrice -. Ti conquista unendo sicurezza, entusiasmo e ingenuità”. Quando poi “lavori con attori come Servillo e Buccirosso sai che puoi contare su una macchina da guerra. Guardi Toni e sai che non sbaglia”. Servillo torna a sorridere: “Una volta un amico comune, Valerio Mastandrea ha detto che lavorare con me è come lavorare con la Digos… ma non è così, ho solo un mio modo di nascondere sul set le incertezze e preoccupazioni”. Buccirosso, infine, spiega che per diventare killer credibili, “siamo andati ad esercitarci al poligono… Le pistole pesano”


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