I sindacati di Napoli a Conte: ‘Il Sud sia questione nazionale’

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“Il prossimo 22 giugno il Mezzogiorno torna al centro della strategia rivendicativa definita nella piattaforma unitaria Cgil, Cisl e Uil. E’ una tappa importante di un percorso lungo e partecipato, iniziato con la manifestazione del 9 febbraio e proseguito con scioperi e manifestazioni di molte categorie fino a venerdi’ scorso, con lo sciopero e la manifestazione unitaria dei metalmeccanici qui a Napoli”. E’ quanto scrivono, in una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i segretari generali delletre organizzazioni sindacali di Napoli, Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati. “Napoli – sottolineano – vuole essere protagonista di questa mobilitazione per riportare il Mezzogiorno a essere artefice del proprio destino. Solo se il Mezzogiorno diventa questione nazionale e supera lo squilibrio economico, sociale, occupazionale che lo separa dal resto del Paese, l’Italia potra’ crescere ed avere un ruolo in Europa. Le politiche di questi ultimi anni invece hanno allargato quelle distanze e quelle messe in atto in questi ultimi 12 mesi dal Governo non hanno cambiato verso. Al bisogno e alla aumentata diseguaglianza fra tanta parte della popolazione meridionale che, colpevolmente, da altri governi non sono state colte, oggi pero’ non si puo’ rispondere solo con l’assistenza”. Al premier che domani sara’ a Napoli, aggiungono, “vogliamo lanciare un messaggio forte e chiaro: i lavoratori della capitale storica del Mezzogiorno chiedono che si arresti il suo declino produttivo, con politiche industriali adeguate e con un nuovo ruolo dello Stato. Whirlpool e la sua lotta sono le nostre frontiere, ma occorrono risposte anche sul futuro di Fca e Fincantieri, occorre sottrarre all’illegalita’ filiere produttive importanti come quella agricola e tessile, occorre fare dell’innovazione digitale una occasione per ripensare le nostre citta’”

La richiesta e’ per un cambio di rotta rispetto il “progressivo calo di investimenti pubblici in infrastrutture e opere pubbliche, destinando ad esse maggiori risorse, piu’ tutele per i lavoratori e piu’ legalita’, esattamente l’opposto di quello che fa lo Sblocca-cantieri. che apre autostrade alla corruzione e all’illegalita’” e di “arrestare la deriva scellerata avviata con le ipotesi di autonomia differenziata dalle Regioni” anche attraverso “finanziamenti adeguati ai Comuni per le loro politiche sociali, per i loro servizi essenziali, per il Tpl, per la sanita’ recuperando risorse da una vera lotta all’evasione fiscale e all’economia sommersa, rafforzando la progressivita’ delle imposte a favore dei redditi piu’ bassi da pensione e da lavoro dipendente”. No alla flat tax, dunque, “l’esatto contrario di tutto cio’, poiche’ e’ socialmente iniquo e foriero di allargare le distanze territoriali distribuendo i maggiori benefici al Nord in termini di minori imposte e i maggiori danni al Sud in termini di minori risorse per i servizi. Dalle risposte che avremo a queste richieste, si valutera’ l’azione del Governo e le nostre scelte di mobilitazione


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