Pompei, la Ruota panoramica gira per alcuni. Ma paesaggio e ambiente chi li protegge?

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Sarebbe per chiunque un problema trovarsi nei panni del Direttore generale del Parco Archeologico di Pompei che si troverà a dover valutare se dare l’autorizzazione alla Ruota Panoramica proposta proprio di fronte agli Scavi di Pompei. Ma torniamo al Direttore Generale prossimo venturo per il parco archeologico più noto al mondo. La sua nomina dovrebbe essere decisa nel prossimo mese di Aprile. Staremo a vedere. Tanto i problemi sono là ad attenderlo. Compresa la Ruota, se il Comune di Pompei evaderà la richiesta della Società «Iesse Internazional Strategies», il cui responsabile risulta un tale Hendrik Boos, cittadino tedesco di Magdemburgo, in Sassonia. La iniziativa “turistica” – fatta su misura per un turismo dal palato facile  – si chiama «Wheel of Pompeii» e sembra essere stata vista di buon occhio dal Sindaco Amitrano che ha inoltrato la pratica all’Ufficio Tecnico Comunale con insolito zelo, rilasciando anche una dichiarazione di entusiastico consenso a “il Mattino” di qualche giorno fa.

Non si hanno però tracce di una destinazione ludica per l’area circostante la Ruota, né di una programmazione temporale della sua permanenza e nemmeno di una previsione di vantaggi esclusivi – di alcun genere – destinati alla collettività pompeiana. Ciò  lascia perplesso anche chi, come me non è contrario “a prescindere” e che continua a chiedere fino alla noia la assegnazione alla Pompei nuova del MAP, il Museo archeologico Pompeiano o comunque lo si voglia chiamare. E la attivazione parziale delle linea ferroviaria storica con la riattazione della Stazioncina borbonica ex FFSS. Pompei ne ha bisogno per non soccombere.

La Ruota, alta una sessantina di metri e più sul livello del suolo, dovrebbe sorgere vicino e nelle aree pertinenziali del capannone ex industriale che ospita il supermercato Carrefour, di fronte alla pineta demaniale. Sì proprio quella che si avvia a diventare una ex pineta per la moria dei pini che la compongono. O almeno la componevano. Dalle informazioni raccolte inoltre si sa che le “gondole” appese alla Ruota, a disposizione dei turisti più danarosi, avranno l’aria condizionata e il cestello dello champagne con ghiaccio. Una goduria lussuriosa.C’è chi può, evidentemente. Tutto va bene, madama la Marchesa, quindi?

Il problema non sarebbe sorto se il Ministro Bonisoli non avesse fatto una dichiarazione secca e tranchant in TV dicendo, più o meno così “La Ruota a Pompei? Ma non se ne parla nemmeno” Poi però ha precisato che non gli risultava che la “Pratica della Ruota” fosse arrivata all’esame del Parco Archeologico di Pompei.E qui casca l’asino, anzi la Ruota. Intanto il Ministro ha anticipato quello che doveva, o meglio, che avrebbe dovuto essere il parere autorizzatorio di competenza di quel Direttore Generale i cui panni non vorremmo vestire. Ha fatto bene? Ha prevaricato? Certo, i vincoli – urbanistici e ambientali nel territorio pompeiano – non sono pochi. Né lievi.

A giudicare però dallo stato di degrado delle aree circostanti gli Scavi pompeiani, punteggiate di strutture abusive e cartellonistica senza autorizzazione, non si direbbe che i vincoli sortiscano effetto. Però l’uomo che si troverà a dover dire NO alla Ruota dovrà anche prima guardarsi intorno, o guardare alle malefatte urbanistico ambientali di marca soprintendenza. Noi invitiamo dunque da queste colonne anche il Ministro a prendere cognizione del fatto che il turista che andrà su con la ruota nel cielo di Pompei vedrà alcune cose davvero inguardabili che sono opera della Soprintendenza Archeologica, oggi Parco di Pompei, nell’ultimo decennio. Ci riferiamo ai due grossi capannoni ferrosi e arrugginiti  che sono stati piazzati all’interno dell’area archeologica con scarsa o nulla sensibilità verso il paesaggio storico e storicizzato degli Scavi Pompeiani. Forse, i Pompeiani residenti e I turisti diretti alla Città nuova non hanno diritto all’integrità del Paesaggio?

    Se poi lo sguardo del turista “ruotante” si volgerà più a monte, verso l’area verde della Civita Giuliana incapperà in enorme contenitore cubico cementizio, che rimane da anni ad attendere la soluzione di un contenzioso sorto tra Soprintendenza e una Impresa appaltatrice del cubo-mostro. La pineta poi, ormai spennacchiata, non potrà difendere la vista del turista in Ruota dall’osservazione dell’archeomostro di Porta di Stabia e dall’altra casamatta che gli sta crescendo vicino. E questa vista purtroppo si offre a tutti, Turisti a Piedi, Turisti in Ruota e Residenti, senza scampo per nessuno. Meglio forse  i lecci di Via Plinio nasconderanno le due vetrate a forma di chele di granchio di Porta Anfiteatro, che – dopo anni – non si capisce ancora a cosa servano. Da queste righe emerge che la Ruota è  un problema non lieve, ma non certo il maggiore dei problemi paesaggistici e ambientali “a carico” del Parco Archeologico. Anzi, i problemi veri sono in casa del padrone di casa.

    Federico L.I.Federico


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