Sicurezza negli stadi, Salvini: “Contrario alla chiusura degli stadi e al divieto di trasferta”

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Roma. “Sono assolutamente contrario alla chiusura degli stadi e al divieto di trasferta perché è la resa dello Stato. Se quest’ultimo non è in grado di garantire un gioco di sabato, di domenica, vuol dire che non è in grado di fare il suo mestiere. Dobbiamo garantire che chi sbaglia non viene sospeso per qualche mese. Chi sbaglia da tifoso deve essere punito pesantemente, chi sbaglia da tesserato deve essere punito il doppio”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel corso della conferenza stampa a seguito del tavolo sulla sicurezza negli stadi che si è svolto alla scuola superiore di Polizia a Roma. Si sta lavorando, ha aggiunto, per dare “più competenze e potere agli steward, uniformità delle sanzioni da parte dell’ordine pubblico e delle questure in tutta Italia e dei permessi di ingresso. Ogni settimana ci sono 12 milioni di tifosi che seguono gli eventi sportivi e seimila teppisti, da non confondere con i tifosi che sono il 99%. L’obiettivo è sradicare la violenza con ogni mezzo necessario. I numeri dicono che il calcio e’ un sport sempre più sano. Il numero dei feriti si è ridotto del 60%, sono scesi anche quello degli arrestati e dei Daspo”. ha detto Salvini.
Il tavolo tecnico, fissato da Salvini all’indomani degli incidenti e dei cori razzisti che hanno caratterizzato la gara di Serie A tra Inter e Napoli dello scorso 26 dicembre, è stato preceduto da una riunione nella sede della FIGC tra le componenti federali sul tema della violenza e della discriminazione nel calcio.  Sulla stessa lunghezza d’onda del vicepremier il sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti: “Per la sicurezza dentro e fuori gli stadi sono importanti la certezza delle pene, la rapidità dei giudizi, le aggravanti specifiche e le misure accessorie. Altro punto essenziale per la sicurezza riguarda le date e gli orari delle partite, che vanno regolati secondo precise esigenze. In questo devono impegnarsi società e leghe”. Nel corso dell’incontro, ha aggiunto Giorgetti, “abbiamo chiesto alla societa di calcio che siano concordate con le autorità di pubblica sicurezza gli orari delle partite di calcio più sensibili sul piano dell’Ordine pubblico” e ai tesserati di “evitare sempre di buttare benzina sul fuoco”, con dichiarazioni prima e dopo le partite di calcio, perché “gli arbitri possono sbagliare”. Tra le misure che saranno al vaglio del governo, Giorgetti ha indicato la possibilità di rafforzare i poteri degli steward.
Al vertice, convocato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini d’intesa con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti, hanno preso parte il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive Daniela Stradiotto, il presidente del CONI Giovanni Malagò, il presidente della FIGC Gabriele Gravina i vice presidenti federali Cosimo Sibilia (vicario) e Gaetano Micciche’, i presidenti della Lega Serie B (Mauro Balata) e della Lega Pro (Francesco Ghirelli) e i numeri uno dell’Associazione Italiana Calciatori (Damiano Tommasi) e dell’Assoallenatori (Renzo Ulivieri). Presenti inoltre i presidenti della Federazione Italiana Editori Giornali (Andrea Riffeser Monti) e dell’Ordine dei Giornalisti (Carlo Verna) nonché i quattro coordinatori di FIGC, Lega Serie A, Lega B e Lega Pro degli SLO.
“E’ stato un incontro molto proficuo nel quale sono stati individuati percorsi comuni e specifici tra i responsabili dell’ordine pubblico e il mondo del calcio: l’obiettivo è soffocare i pochi violenti, valorizzando ed esaltando la condivisione con i veri tifosi”. Ha detto il presidente della FIGC Gabriele Gravina al termine della riunione dell’Osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive dedicata alla violenza e al razzismo negli stadi che si è svolta a Roma presso la Scuola Superiore di Polizia. “Il calcio è partecipazione – ha dichiarato Gravina – vogliamo sradicare tutti i fenomeni di violenza e di maleducazione a qualsiasi livello, sia dentro che fuori gli stadi. Ognuno deve fare la sua parte, pur sapendo che sarà un percorso a medio-lungo termine, e la Federazione sarà parte diligente in questo processo virtuoso che deve essere necessariamente di contrasto, ma anche di investimento nel futuro, con un’attenzione particolare all’educazione e alla cultura sportiva”. Durante il suo intervento, il presidente federale ha tracciato la linea e gli argomenti su cui ritiene si debba accelerare: verificare la puntuale applicazione del gradimento e del codice etico da parte dei Club; potenziare e rafforzare il ruolo sia degli steward e quello degli SLO (Support Liaison Officer); concorrere nel creare le condizioni per il definitivo miglioramento degli impianti (abbattimento delle barriere architettoniche e dei divisori); realizzare un servizio di Crowd Monitoring con l’intento di coinvolgere diversi ambassador (sentinelle del tifo) che presidino la rete attraverso attività che coinvolgano tutti i tifosi; realizzare Fan Zone nelle immediate vicinanze degli stadi; rendere più efficace l’istituto del Daspo (prevedendo obbligo di firma o servizi sociali in prossimita’ e durante le gare); inasprire le sanzioni sportive, civili e penali per chi commette illeciti e reati; accorciare e semplificare la procedura per la sospensione di una partita in caso di cori discriminatori prevedendo un primo richiamo con l’altoparlante a gioco fermo e a centrocampo e un successivo richiamo negli spogliatoi (con la responsabilità per la sospensione sempre riconducibile al delegato della sicurezza in servizio allo stadio), incentivando comportamenti virtuosi da parte dei veri tifosi, anche sotto forma di esimenti, che stigmatizzino in maniera evidente e corale tali beceri atteggiamenti.




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