Mafia: Di Matteo, calato silenzio su legami Andreotti e Berlusconi

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In questi giorni si susseguono le cerimonie in ricordo di Giulio Andreotti (a cent’anni dalla nascita, ndr), che perlomeno dovrebbero avere l’onesta’ intellettuale di ricordare i passaggi di una sentenza definitiva che ha accertato i suoi rapporti personali e diretti con diversi capimafia poco prima e poco dopo l’omicidio di Piersanti Mattarella (presidente Dc della Regione Sicilia e fratello dell’attuale presidente della Repubblica, ndr)”, ucciso dalla Mafia nel 1980. Lo ha detto Nino Di Matteo, sostituto procuratore nazionale antimafia, a Palazzo Giustiniani al Senato alla presentazione del libro ‘In nome del figlio’ di Jole Garuti. “Un’altra sentenza definitiva – ancora Di Matteo – afferma che il senatore Dell’Utri, uno dei fondatori di Forza Italia, e’ stato mediatore di un accordo tra alcuni capimafia palermitani e l’allora imprenditore Silvio Berlusconi, rispettato da entrambe le parti tra il 1974 e il 1992. Di questo nessuno parla ne’ si fanno scattare responsabilita’ politiche e ancora oggi Berlusconi gioca un ruolo politico nazionale”. Nella Sala Zuccari per parlare del libro su Saveria Antiochia, madre del poliziotto Roberto Antiochia ucciso nel 1985 dalla Mafia, il vicepresidente dei senatori Pd Franco Mirabelli, il cui gruppo ha organizzato l’evento, il fondatore dell’associazione antimafia ‘Libera’ don Luigi Ciotti e Alessandro Antiochia, fratello dell’agente assassinato. In sala tra gli altri il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra (M5S).


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