Cultura

Pompei, spoliazione o spogliarello nel nome del Grande Progetto?

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E’ di questi giorni una notizia che – in epoca di Prima Repubblica – avrebbe suscitato un dibattito politico con esiti anche imprevedibili. Certamente a livello locale. E forse anche a livello provinciale e più su. Ma oggi il livello provinciale è surrogato (male) dalla Città Metropolitana, dove Napoli – con il suo DeMa arancio/arcobaleno rosso/rosato – la fa da padrona, come si temeva. Il livello locale esiste di diritto, però non di fatto, impegnato come è nella produzione del nulla pneumatico, o poco più. L’Estate sta passando tra qualche serata di musica tradizionale e jazz per palati ordinari, non di più. Qualche comparsata di piccolo o medio calibro. E basta. Senza prenderla più alla lontana, io entro quindi nel merito.
La stampa ha riportato ampiamente la notizia del “trasloco” del Mercato dei Fiori dalla zona Pontenuovo a Rovigliano, nei capannoni acquisiti dalla Regione Campania pochi mesi fa, ma già TESS Costa del Vesuvio, fallita, e prima METALFER, fallita a sua volta. Di fallimento in fallimento, come si vede. E dalle macerie finanziarie dei fallimenti sono letteralmente “avanzati” una serie di contenitori dismessi e oggi vuoti, ma reutilizzabili. Basta avere fantasia. Se non si hanno programmi. E infatti improvvisamente è maturata la svolta, per una intesa evidentemente rapida tra Regione Campania e l’ Amministrazione Comunale Oplontina. Dalla intesa dovrebbe nascere un “incubatore” di aziende del settore florovivaistico, che in Campania vanta circa quattrocento aziende, tra piccole e grandi.
La Regione Campania poi, già nell’ultimo suo BURC (Bollettino Regionale) ha inserito l’avviso pubblico per la Realizzazione del Polo Regionale dei Fiori. E tutto ciò, in considerazione dei primati raggiunti nel settore dei “fiori recisi” a livello internazionale, anche grazie ai floricultori pompeiani. Tutto bene quindi…
Beh!… diciamo che siamo lieti per la economia della vicina Torre Annunziata. Ma per Pompei – la Città, quella viva – non sappiamo se questo è un ulteriore passo verso la spoliazione delle sue potenzialità produttive. Una bieca e gelida regia sembra volere tutto ciò, annidata nelle pieghe del Grande Progetto Pompei…Non si sa però quale ruolo abbia svolto la Amministrazione comunale Pompeiana nella intesa sopraggiunta tra gli altri due soggetti pubblici.La intesa intanto “sottrae” risorse produttive insediatesi da circa un quarantennio nel territorio pompeiano, “ricollocandole” nel territorio di un altro Comune. In questi scenari di nuovi assetti produttivi territoriali brilla per il suo assordante silenzio la Amministrazione guidata dal Sindaco Amitrano. Centinaia di posti di lavoro creatisi spontaneamente, tra attività dirette e indotte, che non gravavano con oneri particolari sulla collettività, delocalizzati, “senza nulla a pretendere”.Così diceva Totò nella famosa scenetta della dettatura della lettera a Peppino De Filippo.Siamo alla commedia, quindi, forse anche alla farsa, senza una trama né una sceneggiatura precisa, per mancanza di… attori capaci.
Già ci fu il fatto che la Città di Pompei pochi mesi or sono desse la cittadinanza onorario al mago del “cachemire italiano” Brunello CUCINELLI. Da ridere perché egli, nella stessa cerimonia, candidamente annunciò che non avrebbe investito sul territorio pompeiano per la creazione di un polo manifatturiero di qualità. Insomma, non una spoliazione, ma un vero e proprio spogliarello! Per giunta consapevole e gratuito. Che altro dire?
Ebbene, ancora una volta, dalle colonne di Cronache della Campania, consigliamo al Sindaco di Pompei di darsi una buona lettura al Manuale Cencelli. E poi – mobilitando la valanga di “cittadini onorari” pompeiani – di chiedere a gran voce al Presidente De Luca e al Ministro dei Beni Culturali BONISOLI, la istituzione nel centro Città a Pompei del MAP. Che cosa é? E’ il Museo Archeologico Pompeiano. Se è giusto che il Museo Nazionale continui nella sua tradizione di custode delle “Antichità Pompeiane”, è altrettanto giusto – e oggi anche necessario – che la Città di Pompei sia dotata del MAP collegato in continuo con la Stazioncina Borbonica di Pompei Scavi, attraverso la attivazione di una linea ferrata leggera. A ricordo dell’HUB perduto! Insomma, una forma di “risarcimento” cencelliano….
Il nuovo Museo Archeologico di Pompei e del suo fertile Suburbio potrà trovare degna allocazione in uno dei “contenitori” dismessi dalle opere pie longhiane.
Unica ricchezza materiale inalienabile (forse) lasciata dal Beato a Pompei. Quella viva.

 Federico L. I. Federico

4. fine


Articolo pubblicato il giorno 25 Agosto 2018 - 18:40
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