Camorra, l’agguato a De Martino è la risposta al fallito attentato in mattinata contro Ciro Cerrato

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E’ ricoverato all’ospedale Villa Betania di Ponticelli il pregiudicato di 49 anni Francesco De Martino, arrivato al pronto soccorso perche’ vittima di un agguato. Da quanto ricostruito, l’uomo sarebbe stato colpito sotto casa, in via Montale, e trasportato da un conoscente al pronto soccorso. Non e’ in pericolo di vita perche’ un solo proiettile lo ha preso al gluteo. De Martino avrebbe parte del gruppo di uomini che ieri mattina era con armi e passamontagna per poter mettere a segno un agguato. Forse nel mirino era Ciro Cerrato, pregiudicato di Ponticelli che proprio in quei frangenti era oggetto di un controllo da parte delle forze dell’ordine. De Martino e’ il padre di Antonio, in carcere per l’omicidio di Salvatore Sollo e sospettato di essere l’esecutore materiale dell’agguato costato la vita a Nunzia D’Amica. Anche la moglie, Carmela Ricci, e’ in carcere perche’ deteneva armi del clan De Micco, nella sua abitazione. Anche l’latro figlio Gennaro è in carcere in quanto ritenuto appartenente al clan dei “Tatuati” di Ponticelli. Sarà probabilmente dimesso a breve e tornerà subito in carcere: era fuori per un permesso, sta scontando una pena per associazione camorristica.
L’agguato è avvenuto intorno alle 18.45, ancora alla luce del sole e con molte persone in strada. La vittima ha riferito agli agenti della squadra giudiziaria del commissariato di Ponticelli, guidata dal sostituto commissario Vittorio Porcini, che a fare fuoco sarebbero stati due sconosciuti in scooter. Entrambi con il casco integrale calato sul volto, e quindi irriconoscibili, sarebbero sbucati all’improvviso, si sarebbero avvicinati velocemente e lo avrebbero colpito senza dire nulla. Sul posto non sono presenti telecamere di videosorveglianza e al momento non risultano testimoni oculari in grado di fornire particolari di rilievo. Il preludio al ferimento di De Martino è stato un altro agguato ma questa volta mancato e sventato grazie all’arrivo della polizia avvenuto in mattinata. Alle 11 i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Ponticelli (agli ordini del com- missario Maria Maione e coordinati dal sostituto commissario Vittorio Porcini) erano andati per un controllo a casa di Ciro Cerrato, che il 30 aprile scorso sfuggì a un agguato nei pressi di casa. In quell’occasione furono esplosi numerosi colpi di pistola che finirono contro un muro destinati a lui. Gli investigatori erano in borghese e i 4 uomini su due motociclette arrivati all’improvviso armati non li hanno visti immediatamente. Così è cominciato un inseguimento durante il quale i fuggitivi si sono liberati dei cappucci, commettendo un grave errore. Sono stati infatti riconosciuti e, non essendo stati trovati a casa poco dopo, denunciati in stato di irreperibilità. Uno era Francesco De Martino, un altro Umberto Dello Iacolo, entrambi già conosciuti come vicini ai De Micco, mentre gli altri 2 sono personaggi di minor spessore. La polizia è sicura che fossero armati e così è partita la denuncia è per porto e detenzione di armi da fuoco in concorso. E in serata è arrivata la risposta dei rivali, prima che la polizia riuscisse ad intercettare De Martino e gli altri. L’unica pista seguita dagli investigatori della squadra mobile della questura guidati dal dirigente Luigi Rinella e in particolare il gruppo della “Omicidi” segue Napoli est) è la guerra di Ponticelli, che sembrava conclusa con il predominio completo dei Minichini-De Luca Bossa, alleati dei Rinaldi di San Giovanni a Teduccio e degli Aprea di Barra. Invece i “Bodo”, capeggiati dai De Martino, stanno opponendo nuovamente una forte resistenza.

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