Sopraffatti dal dolore, i genitori della piccola Rita Pia, vogliono giustizia. Intanto aspettano il dissequestro della salma e che venga ufficializzata la richiesta di autopsia da parte del sostituto procuratore, Francesco Sansobrino della Procura di Benevento.
La famiglia Spiotti – Antonio di trentasei anni e sua moglie Debora Feleppa di trentaquattro – sta già provvedendo alla nomina di un anatomopatologo di parte, che affianchi quello scelto dalla Procura, per effettuare l’autopsia.
Ier è stata depositata la querela, nella quale si legge che il padre della piccola nata morta all’ospedale Rummo di Benevento avrebbe assistito “alle operazioni di rianimazione della piccola, eseguite da due sanitari, perché dopo la nascita persisteva la bradicardia” e che “dopo soli dieci minuti avrebbe ricevuto la notizia della sua morte”.
Contestualmente, come riporta Il Mattino, è stato acquisito agli atti il tracciato della cardiotocografia di Rita Pia, esame molto diffuso in ostetricia per la valutazione del benessere del feto in ambito perinatale e della presenza, della frequenza e dell’entità delle contrazioni dell’utero della madre del nascituro, durante il parto. Da quanto si evince dagli atti, la donna è arrivata al Rummo alle 21.00 di lunedì e alle 22.55 le si sono rotte le acque. Entrata in travaglio, dopo un decorso gravidico senza complicanze, alle 7 di martedì mattina, i medici si sono resi conto che qualcosa non andava per il verso giusto, perché il battito cardiaco della bimba si era affievolito e quindi hanno deciso di intervenire, trasferendo la paziente in sala operatoria, per sottoporla a parto cesareo.
Sulla vicenda l’ospedale ribadisce la posizione assunta martedì confermando che le condizioni cliniche della puerpera si sono complicate e, nonostante l’intervento chirurgico sia stato effettuato in tempi brevi, al momento della nascita Rita Pia era già morta, proprio in conseguenza delle complicanze intervenute durante il parto.
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