Il finto cardinale del Vesuviano che prometteva posti di lavori a processo con i suoi 9 complici

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. Una truffa ben riuscita durata per quasi un anno. Promettevano dei finti posti di lavoro, apprendistato falsi non retribuiti. A garantire le assunzioni a tempo indeterminato c'erano un cardinale fasullo che diceva di avere amicizie in Vaticano, un sedicente avvocato e imprenditori – quelli veri – nel settore della vigilanza privata che tenevano anche finti colloqui. Sono oltre trenta le vittime tra Pompei e dintorni che hanno raccontato di aver versato somme di danaro con la promessa di un impiego a tempo indeterminato come guardia giurata o portiere. Sono così finiti a processo Claudio Salvatore Pandico, 37enne di Nola, ritenuto dalla Procura il capo di un'associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Nel 2011 Pandico, insieme alla fidanzata Maria Sorrentino, avrebbe iniziato a gestire un “centro per l'impiego” a Boscotrecase in una villa. Secondo l'accusa questo con la complicità di Raffaele Langella, Luigi De Blasio che fungevano da procacciatori di potenziali clienti. A completare l'opera il finto cardinale, Gennaro Vitiello, ed Eugenio Cacace, 75enne di Portici che si presentava come avvocato a Carmine Sicignano, 57enne ex dipendente ASL di Sant'Antonio Abate. Secondo l'accusa tutti avrebbero avuto un ruolo e si sarebbero divisi incassi da quasi 200mila euro. Il sistema, secondo gli inquirenti, era semplice. Una volta adescato il cliente, veniva portato da Pandico che spiegava il da farsi: seguire un corso, fare qualche settimana di apprendistato. Poi si firmava il contratto a tempo indeterminato con la garanzia di una somma di denaro da versare. Coinvolti anche tre imprenditori nel settore della vigilanza privata: Pierluigi Inserra di Piano di Sorrento, Bruno Porzio, 37enne di Sorrento e Francesco Iorio, 37enne di Napoli.



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