Cronaca

Camorra, il gip: ‘Ecco come Di Nunzio riciclava i soldi del clan Polverino’

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Concorso esterno in associazione mafiosa con l’accusa di legami con il clan Polverino per conto del quale avrebbe gestito investimenti immobiliari e il riciclaggio di capitali di provenienza illecita quale ”commercialista di fiducia del clan al servizio del quale poneva le sue competenze professionali, fornendo consigli e suggerimenti su come reinvestire il denaro di provenienza illecita”. E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia in carcere eseguita oggi dai carabinieri del Ros nei confronti del commercialista Salvatore Di Nunzio, 55 anni, che avrebbe secondo gli inquirenti della Dda avuto rapporti di consulenza con i gli imprenditori Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del deputato di FI Luigi Cesaro, detenuti nell’ambito della stessa inchiesta. L’ordinanza e’ stata firmata dal gip del Tribunale di Napoli, Francesca Ferri su richiesta dei pm della Dda Mariella Di Mauro e Giuseppe Visone e del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Di Nunzio si sarebbe occupato di fatto, in riferimento al Pip (Piano insediamento produttivo) di Marano, della gestione fiscale e tributaria della societa’ Napoli residenziale (gia’ Cesaro srl) allo scopo di ”salvaguardare gli interessi economici dei Polverino-Simeoli”. Avrebbe inoltre occultato ”nell’interesse dei Cesaro e dei loro soci occulti (ovvero Polverino e Simeoli) i bilanci di una societa’ in vista di una ”pretestuosa azione giudiziaria nei confronti del Comune di Marano”. Gli sviluppi dell’inchiesta sono legati anche alle rivelazioni di un professionista che avrebbe parlato della partecipazione dei fratelli Cesaro a presunti summit di camorra in una masseria, alla presenza di Angelo Simeoli, detto bastone, imprenditore ritenuto legato al clan Polverino, gia’ arrestato per associazione mafiosa.