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Giudice corrotto, sequestrati a Mario Pagano i soldi presi dagli imprenditori e i finanziamenti per un agriturismo

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Sentenze aggiustate per gli amici: il sequestro preventivo nei confronti del giudice di Roccapiemonte, Mario Pagano, finito ai domiciliari per un’inchiesta partita dalla Procura di Nocera Inferiore e approdata a Napoli per competenza, è di 500mila euro. La somma è relativa al totale delle somme percepite dagli imprenditori per attività corruttive e all’ammontare dei finanziamenti indebitamente percepiti dalla Eremo, la società proprietaria di un agriturismo, riferibile allo stesso magistrato e a componenti del suo nucleo familiare. Secondo il quadro indiziario descritto nell’ordinanza cautelare, Pagano avrebbe “omesso di astenersi” dalle cause in questione “nonostante lo specifico obbligo imposto dalla legge e, prima ancora, adoperandosi perché tali cause venissero assegnate a lui”.
Oltre a Pagano è finito agli arresti domiciliari il funzionario giudiziario Nicola Domenico Montone, in servizio al Tribunale di Salerno all’epoca dei fatti. Divieto di dimora nei confronti degli imprenditori Luigi Celestre Angrisani, Riccardo De Falco, Giovanni Di Iura – questi tre sono tutti proprietari di centri clinici convenzionati tra Nocera Inferiore, Cava e Roccapiemont – e Roberto Leone ed infine obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti del consulente fiscale Antonio Piluso.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha promosso l’azione disciplinare per il giudice Mario Pagano, gia’ magistrato a Salerno e attualmente in servizio al tribunale di Reggio Calabria, finito agli arresti domiciliari su mandato del gip di Napoli nell’ambito di una inchiesta su favori che il magistrato avrebbe fatto a imprenditori amici, trattando cause civili che li coinvolgevano con esito favorevole, non astenendosi dal farlo nonostante l’obbligo specifico imposto dalla legge. Il Guardasigilli ha inviato gli atti alla disciplinare del Csm chiedendo la sospensione cautelare dalle funzioni e dallo stipendio per il giudice.


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